Una coppia d’eccezione ha aperto la Stagione; con musiche di Bach, Bruch e Mendelssonh, Maxim Vengerov e Vadim Repin hanno animato la serata inaugurale.
di Carlo Farina – E’ partita dunque l’attesa Stagione Sinfonica e di Balletto 2016 – 2017 del Massimo Napoletano, caratterizzata dalla scomparsa prematura di Sir Neville Marriner, uno dei più grandi e leggendari direttori d’orchestra il cui nome è stato legato per molti anni alla prestigiosa Academy of St. Martin in the Fields, ed al quale sono state dedicate le due serate sancarliane del 29 e 30 ottobre 2016, poiché avrebbe dovuto essere lui stesso sul podio del San Carlo ad inaugurare questa stagione. Il Concerto in re minore BWV 1043 per due violini e orchestra di Bach, uno dei più noti del compositore di Eisenach, ha aperto la serata affidando la parte del primo violino al grande Vengerov che ha dialogato in modo impeccabile con il secondo affidato invece alle mani “magiche” ed esperte di Repin. Due eccellenze russe, che hanno dimostrato non solo un perfetto affiatamento artistico, ma anche una precisa tecnica strumentale con un suono limpido e denso di “pulizia” ritmica. Un concerto che lo stesso Bach volle trascrivere per tastiera “trasformandolo” nel celebre “Doppio di J. S. Bach” che, per due clavicembali, divenne BWV 1062 in do minore. Le melodie contenute in esso sono così accattivanti (parliamo della versione per due violini) che lo stesso fu inserito nella colonna sonora di “Figli di un Dio minore” di Randa Haines del 1986, mentre Woody Allen ricorse al primo movimento (“vivace”) per il suo delicato e acclamatissimo “Hanna e le sue sorelle” sempre del 1986. Affidato alla tecnica impeccabile e alla sensibilità passionale di Vadim Repin, uno dei più grandi violinisti russi, il notissimo Concerto n. 1 in sol minore op. 26 per violino e orchestra di Max Bruch, composto nel 1866. Uno dei massimi capolavori del Tardo-Romanticismo tedesco, l’unico rimasto ancora in repertorio della vasta produzione di Bruch che, dopo avergli dato tanta fama e successo, divenne la sua più grande ossessione, offuscando sensibilmente tutte le sue altre valide e successive composizioni. Dedicato al grande violinista Joseph Joachim, uno dei massimi esecutori della seconda metà dell’Ottocento, ammiratissimo in primis da Brahms, il concerto è caratterizzato da un intenso lirismo, dove è proprio il violino a liberarsi in un canto delicato ed espressivo sottolineato dalla tecnica rigorosa e precisa di Repin, che ha regalato al pubblico presente una serata di forte emozione. La seconda parte del concerto è stata aperta invece dalla Sinfonia n. 3 in la minore, op. 56 “Scozzese” di Felix Mendelssohn, una delle produzioni sinfoniche più popolari del celebre musicista di Amburgo, che come reca il titolo, nacque in seguito ad un suo viaggio in Scozia del 1829; normalmente è considerata la più alta espressione della sua produzione strumentale. Sul podio il celebre violinista russo Maxim Vengerov, un grande virtuoso di questo strumento, che nell’insolita veste di direttore d’orchestra ha diretto con una certa disinvoltura questa sinfonia, di notevole impegno artistico, evidenziandone il carattere elegiaco e sommesso dell’introduzione mantenendo nei successivi “pianissimo” gli accenti vivi del celebre tema cantabile, che si basa naturalmente su un tema popolare, di “sapore” scozzese. Convincente e sempre all’altezza di grandi serate come questa, l’Orchestra del Teatro San Carlo, che continua a offrire prove di superba maturità artistica. Il San Carlo non poteva non inaugurare nel migliore dei modi una Stagione che si annuncia densa di grandi eventi e di celebri musicisti.