Sono passati quasi due mesi e non si accennano a placare le polemiche in merito ai rimborsi della Tari illegittima su garage, cantine e altre pertinenze. Tecnicamente sarebbe tutto pronto, a partire dalla certificazione all’indennizzo, ai moduli per le richieste, in carta semplice. E persino le dichiarazioni dei sindaci, che preannunciano la possibilità di rimborsi automatici. Il problema è che a mancare sono proprio i rimborsi.
I rimborsi, infatti, sarebbero da distribuire su tutte le utenze. Poiché il gettito della Tari finanzia il costo integrale del servizio, che, come continua il quotidiano, non può essere coperto con fondi alternativi, se qualcuno ha pagato troppo negli ultimi anni, c’è qualcuno che ha pagato di meno. I rimborsi, stimati fino a 48 milioni di euro, come nel caso di Milano, dovrebbero essere quindi chiesti a tutti gli utenti, anche quelli da rimborsare.
Chiusa la strada alternativa degli aumenti sulla Tari dei prossimi anni, l’unica possibilità sarebbe allora “quella di togliere dai rimborsi i conguagli da presentare a tutti per pareggiare il conto. Un cittadino che ha pagato negli anni 200 euro di troppo sul garage se ne vedrebbe restituire per esempio 150, mentre gli altri riceverebbero una richiesta di arretrati da 50”.
E persino la questione dell’indennizzo automatico già annunciata si è rivelata impossibile da attuare. In quanto i Comuni non hanno i dati necessari per collegare abitazioni e garage pertinenziali con classamento catastale autonomo.
Articolo pubblicato il: 11 Dicembre 2017 16:26