Si chiama Real Canoe, è la squadra di pallanuoto di Madrid. E’ da lì che Alberto Barroso, l’unico madrileno del campionato italiano, è giunto a Napoli per indossare la calottina della Carpisa Yamamay Acquachiara.
Il 15 febbraio è una data importante per Alberto. Al Bernabeu si gioca Real Madrid-Napoli e lui diventerà ufficialmente un tifoso degli azzurri di Sarri. Perchè? “Perchè il mio cuore di tifoso del calcio non appartiene alle merengues”, spiega Alberto.
Sin da quando era bambino Alberto Barroso è biancorosso, i colori dell’Atletico, l’altra faccia del calcio di Madrid, i nemici giurati del Real, la squadra del “Cholo” Simeone. “Grande allenatore, come Pino Porzio: entrambi sanno ottenere il massimo dalle squadre che allenano“, sottolinea Alberto e aggiunge: “Simeone dice sempre che il suo obbiettivo è far crescere l’Atletico giorno dopo giorno. E’ la stessa frase che noi dell’Acquachiara sentiamo da Pino Porzio tutti i giorni“.
A proposito di Pino Porzio: stasera l’allenatore della Carpisa Yamamay debutterà nelle qualificazioni mondiali con il suo Canada affrontando a Trinidad&Tobago i padroni di casa. Poi il 15 febbraio sarà in tribuna al Bernabeu assieme a suo fratello Franco per la grande sfida di Champions. E chi è stato a procurargli i biglietti per Real Madrid-Napoli che non si trovano neppure a pagarli a peso d’oro? Barroso, ovviamente. C’è riuscito grazie a Nacho Garcia, suo zio: è titolare di alcune aziende partners del Real Madrid.
Alberto, invece, seguirà la sfida di Madrid in tv assieme ai compagni di squadra della Carpisa Yamamay Acquachiara con due sciarpe al collo: quella biancorossa dell’Atletico, ovviamente, e quella azzurra. “Chi vincerà? Non sarà facile, ma io spero proprio che il Napoli ce la faccia“.
Alberto ha anche un’altra speranza, riguarda la pallanuoto e gli altri sport non di primissimo piano: “Mi auguro che prima o poi le squadre di calcio italiane seguano l’esempio di quelle spagnole, che sostengono gli sport meno fortunati del calcio interagendo con squadre di altre discipline della propria città. Lo fa il Real, lo fa l’Atletico, lo fa anche il Barcellona“.
Barcellona che ha fatto diventare il grande Estiarte famoso anche come dirigente sportivo calcistico. “Lui – sottolinea Alberto – c’è riuscito perchè possiede le stesse doti dei fratelli Porzio: grande passione e impegno per tutto ciò che fanno accompagnati da straordinarie qualità manageriali“.
Il 9 agosto 1992 Franco e Pino Porzio con la calottina azzurra regalarono all’Italia l’oro olimpico battendo in finale a Barcellona proprio la Spagna di Estiarte dopo sei tempi supplementari. Un’impresa senza precedenti nello sport italiano che ci riporta alla grande sfida in Champions del 15 febbraio: “Chissà che anche il Napoli…” conclude Alberto Barroso incrociando le dita.