lunedì, Novembre 25, 2024

Napoli: progetti di utilità collettiva per i percettori del reddito di cittadinanza

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Comune di Napoli: discussione in commissione Welfare su progetti di Utilità Collettiva per i percettori del Reddito di Cittadinanza.

Durante la riunione presieduta da Maria Caniglia sono state analizzate le caratteristiche dei Progetti di Utilità Collettiva destinati ai percettori del Reddito di Cittadinanza come previsto dalle norme nazionali. L’assessora al Welfare Monica Buonanno ha fornito le indicazioni sul lavoro in corso da parte dell’Amministrazione. Una riunione conoscitiva, quella di ieri, ha chiarito la presidente Maria Caniglia, delle attività in corso a favore di quanti ricevono il Reddito di Cittadinanza.

L’assessora al Welfare Monica Buonanno ha spiegato la finalità dei Progetti di Utilità Collettiva che le Amministrazioni locali hanno l’onere di attivare. Alla base della progettualità vi è il principio di condizionalità: l’erogazione del contributo Inps è strettamente collegata a quella dell’attività lavorativa da parte dei percettori; una differenza fondamentale rispetto al Reddito di Inserimento, che prescindeva da qualsiasi altra azione, e che va salutata in modo positivo perché elimina l’assistenzialismo collegato alle prestazioni. Ciò comporta, però, una grossa responsabilità per l’Amministrazione, che deve attivare un percorso di partecipazione umana e di attività da mettere in campo.

Spetterà, invece, ai Centri per l’Impiego individuare la persona del nucleo familiare adatta a svolgere l’attività, anche se il numero dei progetti risulterà comunque inferiore rispetto al numero delle persone, e sarà necessario prevedere un sistema di rotazione.Napoli: progetti di utilità collettiva per i percettori del reddito di cittadinanza La norma nazionale indica i settori in cui sono attivabili i progetti: tutela dei beni comuni, settore formativo, culturale, sociale, artistico, ambientale. Due gli avvisi che saranno emanati: uno rivolto alle decine di migliaia di percettori di reddito di cittadinanza di Napoli per l’adesione al programma di utilità collettiva che il Comune o l’Ente di Terzo Settore metterà in campo; l’altro rivolto al Terzo Settore per la presa in carico dei titolari di reddito di cittadinanza con il supporto dell’Amministrazione. Una modalità per mantenere la regia pubblica di un’attività che non sarebbe possibile curare direttamente, anche per non ingenerare aspettative di inserimento successivo nella PA. I bandi sono in preparazione, mentre sono già state avviate interlocuzioni con i dirigenti dei Servizi (Verde, Ambiente, Lavoro, Cultura e Welfare) che dovranno accogliere le persone, che elaboreranno idee e profili da condividere poi con l’assessorato.

Oggi è poi previsto un incontro con le Municipalità per ricevere le loro proposte, in modo da avere un quadro ben chiaro di quella che sarà la proposta complessiva del Comune di Napoli. Va ribadito con forza che non si tratta di un’esperienza di lavoro, ma di un accompagnamento verso un cambio di mentalità per chi riceve un aiuto dallo Stato, chiamato a dare qualcosa in cambio senza che vi sia un riconoscimento ulteriore rispetto all’assegno percepito. Numerose le domande poste dai consiglieri intervenuti.

Vincenzo Moretto (Misto – componente politica Lega Napoli Salvini) ha chiesto se siano previsti costi per il Comune e se sussistano rischi rispetto alla possibilità di creare attese su futuri inserimenti nell’Amministrazione. Tutte le spese connesse ai progetti, ha spiegato l’assessora, sono a carico del Pon Inclusione, e nulla spetta all’Amministrazione o agli enti del Terzo Settore rispetto all’attività di tutoraggio.

Marco Gaudini (Verdi-Sfasteriati) ha posto il problema della copertura dei costi delle attrezzature e dei dispositivi necessari a svolgere le attività; una voce, ha spiegato Buonanno, anch’essa coperta dai fondi Pon, che prevede anche la copertura Inail e la responsabilità civile.

Marta Matano (Movimento 5 Stelle) ha insistito sull’aspetto informativo e sulla necessità di chiarire bene che quest’attività non darà la possibilità di un’assunzione, vigilando anche sul rischio di strumentalizzazioni a fini elettorali, anche perché la legge è chiarissima sulla finalità dei progetti.

Rosario Andreozzi (DemA) ha ricordato che a ottobre scadranno i primi 18 mesi della misura, perciò occorre capire i tempi e i passaggi successivi, e se vi è una struttura che dovrà gestire questo personale e i tutor. La commissione potrebbe dare un indirizzo rispetto ai settori di maggiore utilità. Un ragionamento condiviso dall’assessora: tutte le indicazioni saranno inserite all’interno delle proposte dell’Amministrazione. I progetti costituiscono solo una parte di tutta l’attività di presa in carico dei nuclei familiari, che vede impegnati diversi attori, dai navigator agli assistenti sociali. La sperimentazione dura 18 mesi, e poi l’erogazione finirà, a meno di proroghe. In questi mesi era prevista l’operazione di incrocio domanda-offerta di lavoro con i navigator, ma il Covid ha spazzato via molte attività imprenditoriali, costringendo a rivedere l’organizzazione.

Nell’ultima parte della riunione, Buonanno ha risposto a diversi quesiti della commissione sui dati relativi agli interventi svolti dall’Amministrazione nella Fase 1 dell’emergenza, in particolare sul numero degli operatori impegnati per l’attività della linea telefonica dell’emergenza e sugli interventi a favore delle persone fragili.

L’assessora ha inoltre spiegato che è in corso l’ampliamento del dormitorio pubblico di Via De Blasiis, in cui è già in funzione il nuovo ascensore e dove dal 20 marzo viene svolta attività residenziale con apertura h24.

Ripresi i lavori anche per le docce di Via Tanucci, mentre il 30 maggio è terminata l’apertura serale delle stazioni della Metropolitana, iniziata il 9 dicembre e prolungata da marzo a maggio a causa dell’emergenza Covid. Come proposto dalla commissione, sarà poi effettuata una comparazione, distinta per quartiere, tra i dati sui bonus riconosciuti dal Comune e quelli sul Reddito di Cittadinanza, non appena i Centri per l’impiego forniranno le indicazioni di loro competenza.

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