domenica, Novembre 24, 2024

Allarme di Federalberghi: “Località balneari della Campania in crisi”

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Allarme di Federalberghi: “Località balneari della Campania in crisi. Governo torni sui suoi passi o nei prossimi mesi ci saranno problemi seri per imprese e lavoratori”.

Le ultime decisioni del Governo a favore delle imprese turistiche delle sole città metropolitane, compattano le aziende del turismo, e dopo la protesta espressa dal presidente di Federalberghi Campania, Costanzo Iaccarino, arriva un documento delle associazioni delle zone balneari e montane della Campania con in testa le Federalberghi di Capri, Ischia & Procida a cui si sono associate le Federalberghi Campi Flegrei, Costa del Vesuvio, Pompei, Penisola sorrentina, Caserta, Avellino e Salerno.

A nome di tutte parlano il presidente di Federalberghi Isola di Capri, Sergio Gargiulo e Luca D’Ambra presidente dell’isola di Ischia & Procida, località toccate in modo sensibile dall’andamento negativo di una stagione che risente delle limitazioni imposte dalla crisi dovuta al Covid 19 che di fatto ha bloccato i flussi esteri, quelli che nei mesi estivi hanno da sempre rappresentato lo zoccolo duro degli arrivi specie a Capri, ma anche Ischia e Procida.

Allarme di Federalberghi: “Località balneari della Campania in crisi”
Forio d’Ischia @2anews

A sentire qualche onorevole o senatore – spiegano di due presidenti – gira voce che il turismo italiano sia in risalita perché le spiagge sono piene e qualche collega di Governo a queste voci ha creduto visto il contenuto dell’ultimo decreto-legge varato ieri dal Consiglio dei Ministri. Il testo prevede l‘erogazione di contributi a fondo perduto alle imprese turistiche attive nei capoluoghi di provincia e nelle città metropolitane dove si è registrato un forte calo di turisti stranieri a causa delle restrizioni alla mobilità legate alla pandemia da Covid-19. Decisione che in pratica esclude le località balneari e montane dagli aiuti. A questi signori, a quelli che parlano ed a quelli che decidono, vorrei consigliare di fare valutazioni e prendere decisioni non prima di aver studiato e aver capito cosa è il turismo inteso come economia e come fenomeno, cosa significa incoming e già che ci sono, provare a fare due calcoli, peraltro neanche cosi complicati. Solo così potranno capire, forse, il dramma delle nostre aziende in questa estate partita pro forma, per dire che l’estate c’è stata nonostante tutto e per provare a limitare i danni. Ma i danni, economici ed occupazionali, e quindi sociali, ci saranno. Eccome”.

Sulle nostre isole – aggiungono Gargiulo e D’Ambra- gli alberghi sono aperti ma la domanda raggiunge appena il 50% degli altri anni solo nei fine settimana. Qualche punto percentuale in più forse lo avremo nelle due settimane centrali di agosto ma non basta certo questo a farci sentire più fortunati delle città d’arte e quindi rappresentare motivo per non essere ammessi a una forte iniezione di liquidità nelle imprese e al prolungamento fino alla prossima primavera della Naspi per i lavoratori. La crisi c’è e si sente, nei prossimi mesi ci saranno grossi problemi di liquidità per tutti nel momento in cui dovremo garantire le attività ordinarie di manutenzione delle strutture e far fronte agli adempimenti fiscali che prima o poi presenteranno il conto. E poi c’è la voce del personale: dobbiamo e vogliamo garantire i lavoratori che rischiano di essere travolti insieme a noi dal vortice che ci potrebbe investire”.

Sembra riproporsi il concetto di qualche anno fa, di chi sosteneva che, poiché i ristoranti erano pieni, gli italiani avevano la forza di spendere – ricordano i presidenti delle Federalberghi Capri e di Ischia – Le spiagge sono piene, se lo sono, di italiani. Manca la componente straniera, quella che incide sensibilmente sui ricavi e sul Pil nazionale. Ben venga l’apporto del turismo di prossimità, che in molti casi è anche il turismo dietro l’angolo di casa visto le migliaia di chilometri di costa di cui l’Italia dispone. Purtroppo, l’apporto che ne deriva in termini di ricavi, non facilita quello che per le adesso è quasi un miracolo, ossia il sopravvivere anche per salvaguardare i livelli occupazionali?”.

E’ una situazione questa, comune a tutte le località balneari della Campania – concludono – dalle isole di Capri, Ischia e Procida alle costiere sorrentina ed amalfitana ma anche al Cilento ed al litorale domizio flegreo e alle zone interne della regione che negli ultimi anni proprio dal turismo straniero sono state riscoperte e che oggi insieme a noi intendono far fronte comune per far tornare il Governo sui suoi passi”.

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