Marisa Laurito, parla della difficile condizione dei teatri e dei lavoratori del settore: “Velocizzare i provvedimenti in atto e realizzare una piattaforma web in grado di assicurare in streaming tanti spettacoli al pubblico”.
Apprezzata e benvoluta attrice, cantante, cabarettista, conduttrice televisiva, nonché, dall’ottobre del 2019, prima direttrice artistica donna dello storico Teatro “Trianon”, Marisa Laurito, parla della difficile condizione dei teatri e dei lavoratori del settore.
Rafforzato dalla lunga esperienza nel mondo dello spettacolo con una carriera iniziata nel 1969 nella Compagnia di Eduardo De Filippo e giunta all’apice del successo a partire dagli anni Ottanta in Tv e sul palcoscenico, interessante e circostanziato risulta il pensiero della nota artista.
La stessa che mostra di avere ben chiare le idee, sia per le soluzioni al fermo delle attività teatrali dovuto alla pandemia, sia per quanto riguarda gli auspicati provvedimenti e l’attesa ripresa post Covid del suo amato teatro di piazza Calenda.
Lo stop ai teatri, secondo lei, quali conseguenze provocherà sulla cultura, sull’arte dello spettacolo e sui lavoratori del settore?
«Provocherà sicuramente grossi danni. Il teatro produce cultura e offre linfa vitale a una marea di gente appassionata che, senza gli spettacoli, e chiusa in casa, si sente terribilmente orba. Parlando degli attori e delle maestranze, questo blocco rappresenta una vera tragedia. Nonostante siano stati stanziati dei fondi, nella maggioranza dei casi, molti lavoratori non hanno di che vivere. Quando parlo di lavoratori che hanno bisogno di tornare alle loro occupazioni, ovviamente, mi riferisco, oltre agli attori e ai registi, a tutti coloro che vivono accanto al teatro a partire dai tecnici, ai sarti alle mascherine».
Quali potrebbero essere le soluzioni in prospettiva e i provvedimenti auspicabili?
«Occorrerebbe innanzitutto velocizzare i provvedimenti in atto che si stanno attuando con troppa lentezza e poi, magari, in assenza degli spettacoli dal vivo, proibiti dalle restrizioni sanitarie, si potrebbe realizzare una piattaforma web in grado di assicurare in streaming tanti spettacoli al pubblico. Ciò potrebbe, per il momento, sia soddisfare il desiderio del pubblico di non rinunciare al teatro recitato, sia rappresentare una nuova opportunità di lavoro per gli attori e per i lavoratori del comparto. Per quanto riguarda, invece, i soldi distribuiti dal governo, bisognerebbe che gli stessi venissero suddivisi e soprattutto spesi in modo equo per fare lavorare tutti. In altri termini, considerate le necessità dei teatri privati e il loro ruolo nel dare da vivere a tanti lavoratori, occorre assicurare un giusto utilizzo dei sostegni giunti, in modo che in questo particolare momento ne possano beneficiare tutti, personale compreso».
Da direttrice artistica, alla luce di questo stop, che linea sta seguendo per il teatro Trianon e quali progetti ha in mente per la sperata ripresa?
«Intanto seguo la linea del cartellone già presentato e che ha pure avuto un prologo con il progetto “Viviani per Strada” di Nello Mascia. Poi, sono pronta a pensare, non appena ci sarà il via libera, al recupero degli spettacoli rinviati. Tra i miei progetti, in particolare, c’è quello di fare registrare alcuni spettacoli dalla Rai in maniera tale da creare anche un’opportunità di lavoro per tutti. Nel frattempo, approfittando della pausa forzata, al Trianon stiamo lavorando per migliorare l’impianto luci del Teatro. Inoltre, in collaborazione con l’Asia, stiamo anche pensando agli esterni con la pulizia del famoso “Cippo a Forcella” e delle due fontane adiacenti il teatro. Un modo per trovarci delle cose fatte in previsione della ripartenza».