Sono trascorsi quattro anni da quando il Sindaco di Sant’Agnello Piergiorgio Sagristani, dopo l’approvazione della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali, annunciò la realizzazione di un complesso di Housing Sociale composto da 53 appartamenti.
Tant’è che a seguito del nuovo obiettivo raggiunto nel contesto dei quei progetti innovativi nati essenzialmente per rimediare alla carenza abitativa e rafforzare il senso di comunità, fu indetto un bando comunale per trovare gli acquirenti che prevedeva tra i requisiti la residenza nel comune di Sant’Agnello da almeno 4 anni, il divieto per chi già avesse una casa di proprietà e altre limitazioni circa il reddito e il nucleo familiare.
Per le 350 domande valide presentate al comune, nel 2017 venne fatta un’estrazione e stilata una graduatoria definitiva in virtù della quale la ditta costruttice contattò uno per volta e in ordine gli aventi diritto e chiariti ulteriolmente il regolamento e le modalità, assegnò tutti i 53 appartamenti.
Affidati dal Comune alla “SHS srl” di proprietà al 50% dell’ingegnere Antonio Elefante, e al 50% di FAVIAD, una società il cui titolare è il noto calciatore Fabio Quagliarella, i lavori già iniziati vennero seguiti a ruota dalla stipula dei contratti preliminari con gli acquirenti, che si impegnarono a versare, nel corso dei tre anni succesivi, la metà del costo totale di ogni appartamento, dai 140 ai 190mila euro.
Giunto però al 18 febbraio scorso, solo quattro giorni prima della data prevista per l’inaugurazione e la consegna al Sindaco del parco fruibile da tutta la cittadinanza, l’intero complesso, ormai ultimato, è stato posto sotto “sequestro cautelativo urgente“ della Procura della Repubblica di Torre Annunziata che ha contestato l’abuso edilizio e il permesso a costruire rilasciato nel 2016. In seguito, nominato l’architetto Oliviero per controllare la legittimità dell’opera, la procura ha precisato che, con il sequestro, ha inteso tutelare gli assegnatari, impedendo loro di redigere i rogiti notarili per rimanere estranei ai reati contestati.
Assegnatari che di fatto vengono tagliati fuori: non avendo ancora stipulato i rogiti di acquisto e che nulla possono fare se non rimanere impassibili di fronte a ciò che stanno subendo. Il 18 novembre, trascorsi esattamente nove mesi dall’ inizio delle indagini, la dott.ssa Ambrosino, il P.M. titolare dell’inchiesta, ha chiesto ulteriori sei mesi di proroga per le indagini avendo addirittura la facoltà di chiederne ancora altri sei.
“Un colpo alla dignità di 53 famiglie – dichiarano gli ignari assegnatari coinvolti nella questione- avevamo acquistato arredi nuovi ed ora siamo costretti a pagare i depositi. Altri di noi avevano disdetto i contratti di affitto e ora sono alla disperata ricerca di un appartamento, in un contesto come quello della penisola Sorrentina dove la fame abitativa è un problema atavico. A questo si aggiunge la pandemia e tutte le difficoltà correlate, che travolgono Sorrento in modo particolare”. “Ad ogni modo– precisano i componenti delle famiglie travolte da questa inaspettata brutta sorpresa – è bene sottolineare che se la Procura nutre dubbi sulla legittimità dell’opera è giusto che se ne occupi.
Nel corso degli anni erano state fatte alcune denunce da parte di associazioni ambientaliste e politiche, in seguito alle quali la Procura di Torre Annunziata dopo aver disposto ben due perizie con tecnici di sua fiducia, concluse dicendo che le costruzioni erano leggittime e non violavano alcuna norma.
Ciò che invece è inaccettabile e assolutamente riprovevole è che sono ormai passati ben nove mesi da quel 18 febbraio, e non si è giunta ad alcuna conclusione. Com’é possibile che dopo 4 anni di lavori ininterrotti, il complesso viene sequestrato solo pochi giorni prima dell’inaugurazione? Ma soprattutto, come è possibile che la stessa Procura che tanto sembrava preoccuparsi dei propri cittadini adesso è pressochè assente, e dopo nove mesi di indagini non è stato fatto alcun progresso?”.
“Insomma – concludono i cittadini di Sant’ Agnello assegnatari – il corso della giustizia non deve essere ostacolato in alcun modo e se davvero c’è un illecito nel complesso di Housing Sociale è il caso che la Procura chiuda le indagini in tempi ragionevoli e trovi i veri responsabili di tutta questa strana situazione, perchè al momento gli unici gravati delle conseguenze sono solo 53 famiglie, che si sono trovate senza risparmi e senza casa e che tuttavia credono ancora nella giutizia”.