martedì, Dicembre 3, 2024

Clubhouse, la nuova App per social media. Che cos’è e come funziona

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Clubhouse, il nuovo media di tendenza che attinge al fascino secolare della voce umana. Perché la nuova app per social media è un successo strepitoso e cosa ci aspetta.

di Susanna RomanoÈ stato chiamato il nuovo tesoro dei social media, l’ultima moda ricercata ed esclusiva, la nuova app cool. Alcuni l’hanno persino paragonata a un bar o a un podcast ma con la partecipazione del pubblico. Stiamo parlando di Clubhouse, la piattaforma di social media al centro della scena tra imprenditori, start-up, venture capitalist e persino celebrità; ammantata dalla sua aurea di esclusività e da club “privato”, sta affascinando tutti.

L’esclusività è senz’altro la chiave del suo fascino: devi ottenere un invito per utilizzare l’app e, per il momento, è aperta solo agli utenti iOS. La piattaforma è priva di segnali visivi: nessun testo, nessuna immagine, nessun video.

L’ingresso delle celebrità ha sicuramente suscitato un enorme interesse: gli utenti possono trovarsi nella stessa stanza con Ashton Kutcher o con Oprah, o seguire il discorso di Elon Musk, che, in una sola serata, ha infranto il limite di 5.000 persone per una stanza. In Italia, arrivato solo da pochi mesi, ha immediatamente attirato l’attenzione di celebrità come Fiorello, Michelle Hunziker, Levante e Aurora Ramazzotti che non hanno atteso molto ad aprire le loro stanze nel Club più esclusivo del momento.

In piena emergenza sanitaria con blocchi e divieti di viaggio, in assenza di conferenze ed eventi di lavoro per poter parlare al pubblico giusto, Clubhouse ha in parte riempito questo vuoto, dando la possibilità di costruire rapidamente una stanza in cui trovare il tuo team esecutivo, o gli sviluppatori di nuovi prodotti, o gli esperti di un segmento del sapere.

Quando finisce la conversione, la stanza è chiusa e quindi, la conversazione è persa per sempre. A rendere affascinante la piattaforma c’è quindi anche questa particolarità: tutto scompare. Non ci sono messaggi privati, non ci sono commenti scritti, non ci sono immagini o emoticon, c’è solo La voce umana.

Cosa è Clubhouse?

Clubhouse è come una conferenza 24 ore su 24, sette giorni su sette, puoi trovare conversazioni su qualsiasi argomento, dalla creazione di ricchezza, al futuro del lavoro, all’intelligenza artificiale, all’astrofisica, alla storia, e ovviamente al marketing online, e le tematiche si espandono mentre parliamo.

Fondata come startup nella Silicon Valley poco meno di un anno fa, l’app è stata sviluppata dall’imprenditore Paul Davison e da Rohan Seth. Già a maggio 2020 era stata valutata oltre 100 milioni di dollari e oggi si aggira intorno al miliardo di dollari. Attualmente conta già circa 600.000 utenti attivi nel mondo, ed è in rapida crescita.

Come funziona Clubhouse?

Oltre ad aver bisogno di un dispositivo iOS, è fondamentale ricevere un invito, conferendo al “neonato” social una componente esclusiva. Ogni nuovo utente ha due inviti da utilizzare, ma ha la possibilità di sbloccarne altri man mano che acquisisce nuovi follower.

Dopo l’accesso, sono richiesti gli argomenti a cui si è interessati e l’algoritmo suggerirà temi e proporrà contatti.

Una volta dentro, è possibile creare il proprio profilo e aprire una propria stanza, oltre a entrare nelle stanze come ascoltatori.

Nella parte superiore della home sono presenti le icone: box inviti, calendario, notifiche, collegamento diretto al tuo profilo. Nel calendario c’è un vero e proprio palinsesto con tutte le “room” programmate dagli utenti, utile per conoscere immediatamente le conversazioni degli speaker preferiti.

All’interno della home sono presenti le stanze con molteplici tematiche, anche in diverse lingue. Si può scegliere di entrare, interagire, e uscire da qualsiasi room in ogni momento.

Le room sono di tre tipologie: Open (accedono tutti gli utenti della piattaforma), Social (accedono solo le persone che segui, Closed (accedono solo utenti selezionati).

Ciascuna room si suddivide in tre parti: Zona speaker, Followed by speakers, Others in the room.

Nella “zona speaker” sono presenti i moderatori della room e gli utenti che vogliono prendere parte al dibattito. Questa zona nel linguaggio di Clubhouse viene chiamata “palco”.

All’interno della room si potrà scegliere se assumere il ruolo di uditore o speaker. Nel primo caso si può tranquillamente ascoltare il dibattito, nella seconda opzione, invece, si può essere protagonisti e realizzare il proprio intervento. Per diventare speaker bisogna “alzare la mano”: il moderatore della chat ha la possibilità di esaminare la richiesta in tempo reale e accettarla. Meccanismo utile per non creare affollamento sul palco. Si può prendere la parola solo dopo l’approvazione da parte del moderatore.

Per uscire dalla room basterà cliccare su “Leave quietly”.

Se si sceglie di chiudere l’applicazione, la room resterà in attivo in background per continuare ad ascoltare i vari interventi.

Le conversazioni sono disponibili solo in tempo reale, non sono registrate o trascritte, il che incoraggia a essere più rilassati e meno sceneggiati.

Non è possibile “mettere mi piace” a un discorso o a una stanza, piuttosto si tratta di ascoltare le persone che parlano degli argomenti più disparati e scegliere di seguire quelli più vicini ai nostri interessi. Se all’utente piace un oratore specifico, è possibile impostare un promemoria per ricevere una notifica del suo prossimo discorso.

I ritmi sono inevitabilmente molto più lenti e ricordano più l’approccio che si ha nei confronti di un podcast anziché quello che si ha nei confronti di Instagram.

Ma cosa la rende diversa dalle altre app?

Il fatto che sia una novità e che punti al coinvolgimento esperienziale degli utenti è di certo un approccio vincente in questo momento. L’attenzione all’ascolto e all’interazione sfida le classiche modalità dei social media a cui siamo abituati, incentrate prevalentemente su una visione passiva o sullo scorrimento di contenuti simili. Il fatto che sia privo di elementi visivi segnala anche un sottile cambiamento: le idee hanno la precedenza sulle apparenze, gli interessi su personalità attentamente curate. Inoltre, mentre Facebook e Instagram dipendono dalla propria rete di amici e conoscenti, Clubhouse offre una prospettiva focalizzata sugli interessi, riporta al centro modalità di partecipazione che altre piattaforme non hanno: qui arrivi, ascolti e presti attenzione. Siccome i contenuti sono tanti e non si possono recuperare, se non sono seguiti in diretta, il rischio di perderli è elevato. La caratteristica primaria di Clubhouse è quella di concedersi del tempo.

Il boom mediatico dietro Clubhouse

La crescita esponenziale del live streaming e dell’audio come formati digitali in un momento storico in cui alcune piattaforme social di vecchia generazione stanno incontrando problemi con l’incitamento all’odio, con la disinformazione e con contenuti effimeri, sono stati verosimilmente i motivi per cui si cercano invece contenuti di valore e sempre più attinenti ai nostri interessi. Semplificando, un posizionamento unico (contenuti esclusivamente vocali), la scarsità ed esclusività, i contenuti (ancora) di valore, la perfetta scelta del piano di lancio (go to market), sono quattro modalità che hanno potuto garantire l’esplosione di questo social in così poco tempo.

Il futuro di Clubhouse

La possibilità di scegliere, di programmare e di avere un contatto diretto con le persone è sicuramente un forte potenziale. La componente di invisibilità o di godere di un certo anonimato, insieme alla possibilità di stabilire conversazioni più fluide rispetto alla tipica chat video dal vivo, potrebbe rendere questo nuovo social una nuova grande tendenza e una buona opzione per i creatori di contenuti.

Solo il tempo ci dirà se Clubhouse sarà una sorta di social di conversazioni stimolanti sui temi più vari o diventerà – nella più classica dinamica social – un regno di pseudo-guru dove tutti si parlano addosso fingendosi esperti di qualcosa. Quello che diventerà probabilmente lo sapremo quando arriveranno gli Androidi. Per il momento sembra effettivamente di trovarci di fronte a qualcosa di nuovo e dalle potenzialità inesplorate.

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