Confesercenti Campania in Piazza Plebiscito contro la zona rossa: manifestazione davanti alla Prefettura di Napoli per evidenziare le perdite subite dal mondo del commercio (50 miliardi in un anno). Consegnata al Prefetto petizione “per far ripartire le imprese”.
Questa mattina, mercoledì 7 aprile, il mondo delle imprese rappresentato da Confesercenti Campania è sceso in piazza per protestare contro la zona rossa, che tanto sta penalizzando il commercio.
La protesta (piena di rabbia ma assolutamente pacifica) si sta svolgendo in Piazza del Plebiscito, dinanzi alla Prefettura di Napoli, con i manifestanti che reclamano risposte e ristori per 15 categorie d’impresa, rappresentate da “15 croci” (portate sulle spalle dai vari rappresentanti delle categorie commerciali), che rappresentano 15 costi insostenibili per le aziende campane. Su ogni croce era riportato l’afflizione economica insopportabile per gli esercenti della nostra regione: dall’Iva alle pressioni dell’Agenzia delle Entrate, dall’Irap, Imu, Tari, Ires, Irpef alle cartelle esattoriali, dai fitti e dalle utenze alle altre gravose tasse, dalle esposizioni con le banche allo spettro della malavita. Sono state anche raccolte oltre 5000 firme per la petizione per “far ripartire le imprese”, consegnata al Prefetto di Napoli (e sottoscrivibile sul sito www.confesercenti.it).
“Dobbiamo portare le imprese fuori dalla pandemia. Confesercenti – sostiene il presidente di Confesercenti Campania e delegato alle politiche del Mezzogiorno Vincenzo Schiavo – chiede al Governo di varare un decreto legge per gli imprenditori, un “Decreto Imprese” che dia risposte concrete, reali e certe alle nostre aziende, con sostegni adeguati di almeno il 30% rispetto al fatturato perso. Abbiamo bisogno di garantire credito immediato per tutti gli imprenditori, anche per chi ha le segnalazioni al Crif (ovvero è nell’elenco dei cosiddetti “cattivi pagatori”). Chiediamo un “anno fiscale bianco”, perché le nostre imprese non sono in grado di sostenere i costi fissi, le tasse, i fitti e le utenze, avendo zero incassi. Le imprese campane perdono circa 1 milione di fatturato al giorno, 50 miliardi sono stati bruciati in un anno (dai 93 del 2019 si è passati ai 43 del 2020). Con la petizione chiediamo altresì anche ai parlamentari campani di intervenire in modo immediato. Rimettiamo idealmente le licenze nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in modo che intervenga per restituire dignità alle nostre attività“.
In tarda mattinata il Prefetto di Napoli Marco Valentini ha ricevuto una delegazione composta da Vincenzo Schiavo, Roberto Pagnotta (coordinatore Assoturismo/Confesercenti Campania), Giuseppe Verniero (Fismo), Luigi Auletta (coordinatore Wedding/Confesercenti Campania) e Vincenzo Politelli (presidente Fiepet/Confesercenti Campania). “L’incontro è stato proficuo– racconta Schiavo – , il Prefetto ci ha elogiato, a nome di tutte le forze dell’ordine, per la correttezza e per la civiltà della manifestazione, ha fatto sue le nostre richieste e ci ha assicurato che avrebbe scritto al Governo rappresentando la sofferenza delle nostre imprese. Ha dato forza alle nostre istanze”. Centinaia di manifestanti, oltre mille le imprese rappresentate, ma la protesta, dunque, si è svolto in modo molto civile: “Siamo lontani – precisa Schiavo – da coloro che protestano con violenza, pur comprendendone la disperazione. Questa manifestazione è iniziata con un lungo applauso per le forze dell’ordine, a cui va sempre il nostro ringraziamento, abbiamo bisogno di dire la nostra in modo pacifico.
Stiamo consegnando a tutti i prefetti d’Italia le nostre petizioni, c’è la necessità di far sentire la voce delle imprese: le 74 categorie di Confesercenti urlano la propria disperazione in modo civile, 395 giorni di chiusura sono troppi per pensare di sopravvivere. C’è chi non ha i soldi per comprare latte e pane ai propri figli, ora diciamo basta e vogliamo risposte immediate: in tal senso il Governo Draghi sta facendo peggio del Governo Conte“.