sabato, Novembre 23, 2024

Parla Francesco Scarano: Il Teatro Lendi apre le porte alla Tv con “E che teatro!”

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Giuseppe Giorgio
Giuseppe Giorgio
Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia

Il Teatro Lendi di Sant’Arpino ospita sul palcoscenico, trasformato in set televisivo, la trasmissione “E che teatro!” scritta e condotta da Lino D’Angiò e Alan De Luca.

Inarrestabile artefice, da ben 11 anni, dell’evoluzione e del successo del Teatro Lendi di Sant’Arpino, il direttore artistico Francesco Scarano, parla del suo storicizzato spazio e dei difficili progetti post Covid. Sempre in trincea per la ricerca della qualità nel segno di un teatro pronto a soddisfare le più svariate esigenze del pubblico, è di questi giorni la sua nuova idea di ospitare sul palcoscenico di casa, trasformato in set televisivo, la trasmissione “E che teatro!” scritta e condotta da Lino D’Angiò e Alan De Luca.

Un programma (in onda su Televomero ogni lunedì, mercoledì e venerdì alle 23.30 e il sabato, con una puntata speciale, alle 21.00) sostenuto dall’amore del pubblico che, grazie a un crowdfunding partito dalle pagine social e alla sinergia tra gli autori e conduttori con Scarano e con l’amministratore di Televomero, Antonio Tajani, porterà in tv un messaggio di allegria intriso di nuovi stimoli per quella quotidianità distrutta dalla pandemia.

Com’è nata l’idea di portare il programma televisivo “E che teatro!” sul palcoscenico del Lendi?

«L’ idea è nata da un incontro con Lino D’Angiò dopo la lettura di un suo post apparso su facebook in un momento di sconforto. Un post duro e commovente, attraverso il quale, l’artista, nel pubblicare la foto della sua maschera di Pulcinella di colore bianco, realizzata dallo scultore Salvatore Oliva, manifestava l’intenzione di riporla per sempre e abbandonare tutto. La prima cosa che dissi a D’Angiò fu che noi, come addetti ai lavori, abbiamo il dovere nei confronti del pubblico di essere sempre pronti a regalare momenti di emozione e di cultura, Ciò, sia in teatro che a casa loro, anche in un momento difficile come quello contrassegnato dalla pandemia. Fu questa l’occasione per consegnargli simbolicamente le chiavi del teatro e per dare il via, tutti insieme e con Alan De Luca, alla nascita di questo nuovo programma tanto desiderato dagli spettatori. Una trasmissione scaturita anche dalla volontà di non fermarsi, da parte di chi, dopo essere stato abituato a correre a mille all’ora, si è trovato a dover tirare improvvisamente il freno a mano al cospetto di un muro di cemento armato. Ecco perchè credo molto in questa nuova esperienza divisa tra palcoscenico e tv, per la quale, oltre agli amici D’Angiò e De Luca, scenderanno in campo, Amedeo Colella, Claudia Federica Petrella, Giorgio Gallo, Ciro Salatino, Pier Macchiè, Morena Chiara e gli Afroblue».

Come pensa di continuare ad affrontare le terribili conseguenze del Covid sul mondo dello spettacolo?

«Anche se le conseguenze economiche saranno terribili, mi auguro che, superato questo periodo estivo, magari con le vaccinazioni andate avanti in modo spedito e veloce, riusciremo dalla prossima stagione artistica a fare nuovamente spettacolo partendo da dove si era rimasti».

Al di là dell’esperienza televisiva, che progetti ha in mente per il suo teatro e in che modo proverà a far rivivere il suo palcoscenico e la sua platea?

«Sono convinto che le avventure partite dal nulla possono portarti molto lontano. Personalmente sono sempre aperto alle metamorfosi e dopo le produzioni teatrali, grazie a questa esperienza televisiva, immagino il mio teatro come nuova sede per la tv e come nuovo avanposto per ospitare, in un locale appositamente creato, dei moderni corsi di recitazione per tutte le età. Tra i miei progetti, c’è pure quello di avvicinare ulteriormente i giovani al teatro. Pronto a produrre personalmente degli spettacoli più adatti per la giovane età, cercherò di far combaciare l’attesa rinascita post Covid con le esigenze di una platea più giovanile, tenendo alto nel contempo il livello culturale e sociale delle proposte. Nella mia mente c’è la volontà di lanciare dei messaggi capaci di riportare gli adolescenti in teatro e di aprire il cuore alle nuove generazioni troppo spesso unicamente chiuse nel cupo mondo dei social.

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