sabato, Novembre 30, 2024

L’asma, il nemico invisibile. La parola all’esperto

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L’Asma, un nemico invisibile e molto spesso misconosciuto. Abbiamo chiesto al dottor Gianfranco Scotto di Frega, esperto Pneumologo, di aiutarci a capire come accorgersi se si è malati e soprattutto cosa fare per stare bene.

L’asma è una malattia caratterizzata da infiammazione cronica delle vie aeree, con ostruzione bronchiale solitamente reversibile. È particolarmente diffusa tra la popolazione, dato che colpisce in media circa il 5% degli adulti e quasi il 10% dei bambini, anche se si stima che l’incidenza sia molto più alta, visto che a queste percentuali andrebbero sommati tutti quei casi in cui la persona è malata senza saperlo.

Può infatti capitare che i sintomi dell’asma vengano mal interpretati o sottostimati dal paziente, soprattutto se è di giovane età; una certa fetta della popolazione tende infatti ad ignorare i sintomi tipici della malattia senza dare troppo peso ai segnali d’allarme inviati dal corpo.

È importante sapere che la malattia può essere curata e tenuta sotto controllo, per questo abbiamo chiesto l’opinione del dr. Gianfranco Scotto di Frega, Specialista Pneumologo in servizio presso il Distretto 35 della Asl Napoli 2 Nord.L’asma, il nemico invisibile. La parola all’esperto

Dottor Scotto di Frega, in qualità di esperto, vorremmo conoscere la Sua opinione. È così difficile accorgersi di essere asmatici?

Accorgersi di essere asmatici, solitamente, non è difficile. Basti pensare che sintomi principali sono l’affanno (che noi Medici definiamo “dispnea”) che appare improvvisamente, o con pochi segnali premonitori in relazione alle cause scatenanti, diverse caso per caso. Vi sono però alcune forme di asma più subdole ed insidiose, come nelle varianti in cui è presente solo tosse – spesso stizzosa – secondarie, ad esempio, al reflusso gastroesofageo o a problematiche delle prime vie aeree, e che possono essere confuse con altre patologie polmonari.

Quali sono i segnali di allarme che una persona deve imparare a riconoscere, per poi rivolgersi al proprio medico?

Solitamente il paziente asmatico riferisce, nei momenti che precedono la crisi acuta, l’insorgere di un senso di peso al petto, con fatica respiratoria. In alcune occasioni è possibile che il paziente possa udire il classico “sibilo” cioè il suono che fa l’aria quando si muove in un bronco chiuso (“stenotico”). Questi sono certamente segnali di allarme che in un soggetto con storia di asma devono condurre a correre ai ripari mediante la terapia farmacologica, che ad oggi si basa su un approccio a “step”, secondo gradini crescenti in base alla severità del quadro clinico. La terapia che più frequentemente porta alla stabilizzazione del paziente è a base di cortisonici inalatori in associazione a broncodilatatori a lunga durata di azione. Bisogna ricordare ai pazienti che non bisogna abusare del vecchio farmaco broncodilatatore a breve durata, in quanto risolve solo il sintomo del momento, ma non tratta l’infiammazione bronchiale di fondo.

E quando il paziente si sente bene, cosa deve fare?

E’ importante ricordare che la terapia è cronica e può essere modulata solo dal Medico. Spesso il paziente dimentica di assumere la terapia quando è in fase di stabilità e questo può minare il controllo della malattia. La terapia inalatoria va assunta con continuità, secondo le indicazioni mediche in merito alla posologia e alla modalità d’uso del farmaco.

Dall’Asma si può guarire?

Quando l’asma insorge in età pediatrica, spesso di natura allergica, in una buona percentuale di casi i sintomi si attenuano notevolmente dopo la pubertà per motivi ormonali. Diversamente, l’asma è da considerarsi una patologia cronica, che come tutte le altre malattie croniche presenta periodi – anche lunghi – di sintomatologia scarsa o nulla quando è sotto controllo medico periodico, alternati a momenti di peggioramento che, se trattati in modo inadeguato, possono avere connotati di una certa gravità. E’ quindi molto importante che il paziente asmatico sia in controllo costante da parte dello Specialista Pneumologo di riferimento e che segua le indicazioni di terapia con continuità.

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