mercoledì, Novembre 27, 2024

Pedopornografia in chat, scattano gli arresti: c’è anche un sacerdote di Benevento

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Francesco Monaco
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Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

Smantellato giro di pedopornografia: il materiale illegale sequestrato, altamente diversificato per categorie, conteneva contenuti raccapriccianti.

Gli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino hanno concluso nei giorni scorsi una complessa operazione di contrasto alla pedopornografia online, che ha portato all`esecuzione di 26 decreti di perquisizione e ad indagare altrettanti soggetti, responsabili di detenzione e diffusione di materiale realizzato mediante sfruttamento di minori degli anni 18. Tre arresti in totale: in Piemonte, Campania e Puglia. Sequestrati migliaia di files.

Per una posizione campana, stante il rinvenimento di molto materiale pedopornografico – si sottolinea – si è proceduto all`arresto di un sacerdote della Diocesi di Benevento. Ed è un tecnico informatico di trentasette anni il secondo arrestato residente in Piemonte; infine, in Puglia è stato arrestato, anch`egli per detenzione di ingente quantitativo di materiale, il creatore del canale a pagamento oggetto dei primi accertamenti, un ragazzo all`epoca dei fatti minorenne.

L`attività, diretta dalla Procura di Torino e coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online, ha riguardato tutto il territorio nazionale, impegnando nelle operazioni di perquisizione 11 Compartimenti.

Le perquisizioni

A fondamento delle perquisizioni ci sono – si spiega in una nota – le attività ‘undercover’ degli investigatori. Già dal mese di febbraio 2021 i poliziotti avevano attivato un servizio di monitoraggio su una piattaforma di messaggistica che vanta garanzie di ampio anonimato per gli utilizzatori, concentrando la propria attenzione su alcuni canali aperti, frequentati prevalentemente da utenti italiani.

Per effettuare tale attività, è stato necessario un lungo lavoro di carattere preparatorio, consistente nella ricerca del rapporto di fiducia con gli interlocutori che di volta in volta si mostravano interessati allo scambio di materiale, con un notevole sforzo mentale degli operatori nell`assunzione delle stesse vesti dei propri target.

Ricavati gli elementi utili – si aggiunge – sono state messe a fattor comune le tracce informatiche lasciate in rete dagli internauti, che hanno consentito la loro identificazione. Particolarmente interessante si è rivelata la presenza di un ambiente chiuso, pubblicizzato dal proprio promotore, in cui veniva divulgato materiale pedopornografico previo pagamento di una somma di denaro che abilitava all`iscrizione al canale, anch`esso oggetto di accertamenti nel corso dell`indagine.

L`analisi degli elementi evidenziati dagli operatori ha ricondotto nel complesso a 26 soggetti destinatari dei decreti di perquisizione, emessi dal Gruppo Criminalità Organizzata e Reati Informatici dell`A.G. di Torino ed eseguiti, oltre che in Piemonte, con la collaborazione degli Uffici di Specialità della Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.

Il materiale illegale sequestrato, altamente diversificato per categorie, conteneva anche contenuti raccapriccianti, ritraenti vere e proprie violenze sessuali in danno soprattutto di neonati.

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