Dal 26 marzo è di nuovo possibile visitare la Casa della Gemma, gioiello del Parco Archeologico di Ercolano e famosa per i preziosi mosaici pavimentali, rinvenuti in essa; un accurato restauro l’ha restituita ai visitatori.
Alla presenza del direttore Francesco Sirano e di tutta la valente squadra di restauratori, ieri 25 marzo è stata presentata alla stampa la riapertura della Casa della Gemma che, dopo un difficile, lungo e accurato restauro è stato possibile restituirla ai visitatori, aggiungendo un altro importante tassello del preziosissimo sito archeologico di Ercolano.
Questa nuova opportunità di visita, frutto dell’approccio sperimentale dell’open lab multidisciplinare, è stata realizzata in concomitanza con l’arrivo della primavera al Parco, e continuerà fino al mese di giugno.
La suddetta casa prende il nome dal ritrovamento di una gemma recante l’immagine di Livia erroneamente attribuita a questa casa, mentre in realtà viene dalla Casa di Granianus, che un tempo era parte di un’unica grande domus con affaccio panoramico sul mare, probabilmente appartenente alla famiglia di Marco Nonio Balbo, e presenta nel triclinio uno dei più bei mosaici geometrici in bianco nero dell’intera Ercolano.
“L’insula Orientalis I, nella quale si trova la Casa della Gemma, presenta mosaici di eccezionale valore: con questo progetto, che ha riguardato anche le Case del Rilievo di Telefo, di Granianus e dei Cervi, abbiamo ripristinato i mosaici più delicati del sito. Inoltre il lavoro certosino nella Casa della Gemma ha consentito di recuperare completamente le superfici pavimentali in modo da consentire la visita, sia pure in modalità sperimentale. – dichiara il Direttore Francesco Sirano – Stiamo creando le condizioni per ampliare il percorso nel sito archeologico e condividere elementi e spazi della città antica per troppi anni sottratti alla diretta esperienza da parte dei visitatori. L’obiettivo del nostro lavoro è valorizzare il sito per un pubblico sempre più ampio, curioso e consapevole dei valori culturali e della delicatezza del patrimonio UNESCO. ”Jane Thompson, Project Manager dell’ Herculaneum Conservation, ricorda che “Il lungo percorso che rappresenta oggi l’apertura della Casa della Gemma costituisce un bell’omaggio all’approccio “a scala di sito” in atto da oltre 15 anni grazie al partenariato con PHI che, invece di sostenere progetti esaustivi su alcune domus, ha migliorato e continua a migliorare le condizioni generali dell’intero sito. Lavorando in questo modo – conclude Jane Thompson – e grazie alle campagne di restauro come questa sui mosaici, si arriva ad esiti così importanti, come la riapertura al pubblico di ambienti da tempo preclusi”.
Il progetto di restauro della Casa della Gemma ha inoltre incluso lavori conservativi anche delle Case di Pilus Granianus, del Rilievo di Telefo e della Casa dei Cervi. L’intervento sulle pavimentazioni si è reso necessario soprattutto per il contrasto del degrado attivo causato dagli agenti atmosferici e da fattori ambientali (esposizione al vento, alle piogge, ai raggi solari e ai cicli di gelo/disgelo, risalita capillare delle acque) che hanno richiesto un restauro più profondo prima di potere rientrare nel ciclo di manutenzione programmata che è già attivo a scala urbana.
I mosaici sono stati oggetto di accurate puliture e trattamenti di disinfezione, che hanno permesso il recupero del tessellato, precedentemente occultato da consistenti patine biotiche. Di grande effetto è oggi, soprattutto, il risultato della puntuale ricostruzione di alcune porzioni della pavimentazione del triclinio della Casa della Gemma la cui preziosa decorazione centrale, suddivisa in 21 riquadri geometrici, era letteralmente esplosa.
La squadra di restauratori ha eseguito tutte le operazioni necessarie per ripristinare l’adesione delle tessere, eliminando i distacchi macroscopici e intervenendo a tappeto per riempire i vuoti sia superficiali, sia profondi, con l’utilizzo di idonee malte idrauliche a iniezione, nonché per ricostituire la coesione delle tessere, il cui strato più superficiale risultava compromesso.
L’atrio della casa della Gemma è stato oggetto anche di un piccolo saggio archeologico nell’impluvium, rinvenuto nel 1934, durante lo scavo della domus sotto la direzione di Amedeo Maiuri, in cui venne recuperata tutta la zona dell’atrio, danneggiata da cunicoli borbonici che la percorrevano a diverse altezze. Per motivi conservativi, il progetto ha previsto la ricostruzione della vasca e la sostituzione delle gronde, così da migliorare lo scolo delle acque piovane dal compluvium soprastante e ridurre il ristagno sulla pavimentazione e l’umidità.
Il restauro è stato finanziato con i fondi della legge di stabilità 2015, ai sensi dell’articolo 1, commi 9 e 10, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 per l’annualità 2019, diretto da personale del Parco con la consulenza archeologica e conservativa del team dell’ Herculaneum Conservation Project, partner privato che collabora con il Parco archeologico di Ercolano dal 2001, ed eseguito dall’impresa Casinelli Giuliano S.r.l.
Voglio inoltre ricordare che i numerosi mosaici presenti ad Ercolano costituiscono una delle più grandi ricchezze del sito, rivestendo la maggior parte delle pavimentazioni di ambienti interni ed esterni degli edifici. Sono ben 3.245 i metri quadri di superfici pavimentali ricoperte da mosaici nel Parco Archeologico di Ercolano, che dimostrano quale attenzione fosse rivolta all’aspetto estetico delle domus e degli ambienti di utilizzo comune da parte degli abitanti dell’antica città.
Nell’ultimo periodo di vita della città, nell’ambito di una generale ristrutturazione, il gigantesco complesso residenziale venne diviso in tre distinte abitazioni, creando la Casa della Gemma, che si trova al livello della strada, e un’altra casa più modesta al piano sottoposto, reso indipendente grazie a un ingresso autonomo presso Porta Marina. Di questa terza abitazione conosciamo il nome del proprietario, M. Pilus Primigenius Granianus, grazie al rinvenimento di un sigillo in bronzo.
La Casa della Gemma conserva, nel suo quartiere signorile, caratteri di grande freschezza degli intonaci e nei pavimenti. Certamente, essa fu abitata, negli ultimi giorni, da una famiglia di riguardo, che ebbe tra i propri ospiti un medico all’epoca famoso alla corte imperiale di Tito, di nome Apollinare, il cui ricordo è consacrato da un’iscrizione irriverente nella latrina, posta nel quartiere rustico insieme alla cucina. Come le altre dimore affacciate sul mare, anche questa casa si sviluppa verso sud con una serie di ambienti, tra cui il triclinio, allineati sul loggiato, ora appena intuibile.
Un motivo in più per visitare questo inestimabile patrimonio archeologico che oggi si arricchisce di un altro importante tassello grazie al lavoro, serio e certosino, di un team di grandi esperti e professionisti di un settore molto impegnativo e di grande responsabilità, che ha permesso la fruizione di questa affascinante e preziosa struttura del Parco Archeologico di Ercolano, una visita alla quale proprio non si può rinunciare.
ORARIO DI APERTURA AL PUBBLICO
Tutti i giorni dalle ore 09:30 alle ore 13:00 (mercoledì giorno di chiusura settimanale del Parco).
L’accesso alla Casa della Gemma è consentito a gruppi di max 20 persone per volta. Per ulteriori info si rimanda al sito www.ercolano.beniculturali.it