Successo annunciato e meritato per il giovane pianista Gianantonio Frisone che, con il Concerto dell’Epifania, nella prestigiosa Sala degli Specchi di Palazzo Serra di Cassano, ha eseguito con abilità e vigore, musiche di Rachmaninov, Chopin, Alkan e Granados.
La prima volta che ho ascoltato il giovane pianista Gianantonio Frisone, è stato a casa mia, durante uno dei pomeriggi di musica d’insieme, una sorta di “Schubertiadi” partenopee, dove eseguì con estrema bravura le celebri Variazioni in Fa minore per pianoforte solo, Hob: XVII:6 di Franz Joseph Haydn, o più precisamente Andante con variazioni, con una spiccata espressività che mi colpì molto, individuando in quella bella esecuzione un talento innato.
Dopo averlo riascoltato in almeno altre due occasioni, alla Certosa di San Martino e alla recente manifestazione di “Piano City”, l’ho ritrovato lo scorso venerdì 6 gennaio 2023 al Concerto dell’Epifania, nella prestigiosa Sala degli Specchi del Palazzo Serra di Cassano, dove ha tenuto il suo prestigioso e forse primo vero concerto da solista.
La serata, dedicata alla prematura scomparsa di Vincenza Donzelli che, come recita la stessa locandina, fu un “luminoso esempio di impegno civile”, è stata preceduta da un’interessante visita guidata dove si è voluto sottolineare il valore altamente storico, giuridico, filosofico e intimo di uno dei palazzi più belli e famosi della città di Napoli, non a caso sede storica dell’istituto italiano per gli Studi Filosofici, fondato da Gerardo Marotta, scomparso nel gennaio del 2017 all’età di 89 anni, suprema anima di Napoli e indiscusso filosofo di sterminata cultura, come lo stesso figlio Massimiliano, intervenuto alla serata, ha voluto testimoniare con parole di grande efficacia e forte emozione.
Quella stessa emozione che Gianantonio Frisone ha trasmesso alla sala gremita di un pubblico attento e commosso nell’ascoltare questo talentuoso ragazzo di appena 16 anni, affrontare un programma di tutto rispetto, decisamente difficile ed impegnativo e completamente a memoria.
Dei Sei Momenti Musicali op. 16, di Rachmaninov, sono stati eseguiti con estrema abilità tecnica, il n. 1 in si bemolle maggiore, n. 3 in si minore e il n. 4 in mi minore, che Frisone ha affrontato con sicurezza e grande padronanza della tastiera, sulla quale la fluidità del tocco leggero e pulito, ha regalato una bella e convincente interpretazione.
Con un salto temporale di quasi un secolo è stato proposto l’ultimo del Quattro Scherzi di Chopin, il n. 4 in mi maggiore op. 54, dove la ricercata ricchezza delle numerose sfumature presenti nel brano, sono state evidenziate dalla eccezionale abilità del pianista, che ritroviamo anche nella dolcezza cantabile del trio centrale, che modula meravigliosamente verso il do diesis minore.
Di grande effetto e abilità virtuosistica si è “colorato” il terzo brano in programma di Charles-Valentin Alkan, un grande musicista e virtuoso del pianoforte, contemporaneo di Chopin, nato nel 1813, (appena tre anni dopo il celebre compositore polacco), che fu influenzato dalla musica di Listz, di Mendelssohn e dallo stesso Chopin ma, ahimè non ebbe né la stessa fortuna né la stessa celebrità dei suoi contemporanei, finendo malinconicamente nell’oblio e diventando uno “strano caso” di un genio dimenticato, per questa ragione sono doppiamente grato a Frisone per aver proposto lo Studio op. 39 n.12: Le festin d’ésope di Alkan, che appartiene al ciclo di Studi di questo bizzarro e grandioso compositore, un genio straordinariamente originale.
Il concerto si è concluso con il celebre Alegro de concierto, op. 46 di Enrique Granados, un brano romantico del 1903 in do diesis maggiore, di carattere vistosamente virtuosistico, non è presente la classica “forma sonata” ma è piuttosto una sorta di rondò con due temi principali, elaborati in due diverse tonalità.
Figlio d’arte, entrambi i genitori sono pianisti, Frisone studia il pianoforte dall’età di 8 anni, risultando vincitore di numerosi concorsi internazionali, inoltre è candidato alla finale italiana del prestigioso concorso Steinway, che si terrà il prossimo marzo. Attualmente frequenta il terzo anno del Liceo musicale Margherita di Savoia di Napoli, ed è stato ammesso al Conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno.
Dietro ogni buon pianista, dotato di talento, c’è sempre un altrettanto buon maestro, e mi riferisco naturalmente al pianista Dario Candela, che oltre ad essere un eccellente e maturo virtuoso della tastiera, che proprio in questa sala del palazzo Serra di Cassano con il Quartetto Savinio, eseguì in modo impeccabile i due Quartetti con pianoforte di Mozart K 478 e K 493, lasciando un ricordo indelebile della serata, è anche un ottimo insegnante di pianoforte, i cui frutti sono evidenti e soddisfacenti agli occhi, anzi alle orecchie di tutti.
Il pianoforte sul quale si è esibito con grande successo Frisone, è un raro e storico strumento del Palazzo Serra di Cassano, poiché sul telaio dello stesso è apposta la prestigiosa firma di Aldo Ciccolini, leggendario pianista partenopeo, naturalizzato francese, che per uno strano scherzo del destino, è stato anche l’insegnante di uno dei suoi migliori allievi di pianoforte: Dario Candela.
L’entusiasmo trascinante e travolgente del pubblico, ha preteso il classico bis della serata che Frisone ha subito concesso, riproponendo il Quarto Momento Musicale op. 16 di Rachmaninov, forse il più bello, ma sicuramente il più virtuosistico, visto che il finale dello stesso è una coda con un “colorito” in Prestissimo, che ha degnamente concluso una magnifica serata, all’insegna della grande musica.