I dati che premiano in Italia Napoli e la Campania emergono dalla sesta edizione del “Rapporto sul turismo enogastronomico italiano”.
Sicilia (46%), Emilia-Romagna (44%) e Campania (40%): è questo il podio della classifica delle migliori mete italiane dal punto di vista del turismo enogastronomico. Le stesse tre Regioni, ma in ordine diverso (Emilia-Romagna, Campania e Sicilia), sono anche quelle i cui prodotti e specialità culinarie sono le più note ai turisti italiani. Per le città, la top tre è composta da Napoli, Bologna e Roma. E’ uno dei dati che emergono dalla sesta edizione del “Rapporto sul turismo enogastronomico italiano” curato da Roberta Garibaldi, che è stata presentata oggi alla stampa al Palazzo del Touring Club Italiano a Milano.
“Ci sono destinazioni che hanno grandi opportunità di sviluppo, gli stessi italiani conoscono poco i prodotti di determinate regioni, ma queste destinazioni devono diventare più competitive, accrescendo le competenze professionali, attraendo giovani talenti e individuando soluzioni alle difficoltà attuali nel reperimento di lavoratori per il settore” evidenzia l’Associazione italiana turismo enogastronomico, aggiungendo che “a livello politico, manca consapevolezza sul valore dell’enogastronomia per il turismo italiano. Inoltre, il recepimento delle normative sull’enoturismo e l’oleoturismo è in divenire, e non tutte le Regioni hanno emanato i decreti attuativi” continua, sottolineando che “tra gli aspetti positivi compare la previsione, nel nuovo disegno di legge sull`enoturismo, della realizzazione di un portale nazionale dedicato”.
“Il turismo sta andando benissimo e ci sono delle previsioni di crescita estremamente importanti, e in questo momento, a livello europeo, le esperienze enogastronomiche sono considerate le più gradite superando tutte quelle di altro tipo. Se a questo aggiungiamo che l’Italia è la meta più desiderata, abbiamo un tris d’assi che dobbiamo giocarci nei migliori dei modi nel prossimo futuro” afferma ad askanews Roberta Garibaldi a margine della presentazione del rapporto, evidenziando che “da questo lavoro emerge un turista curioso, innovativo, che vuole sperimentare e mettersi in gioco, ‘bleisure’ e che cerca offerte diversificate. Risalta però a – prosegue – anche un grande gap tra l’interesse alle esperienze e l’effettiva fruizione: il turista vuole un accesso facile alle esperienze che oggi non c’è, così come quando prenota un volo o un albergo”.
“Ci vuole inoltre un approccio sostenbile che oggi è una ‘condicio sine qua non’, e un grande intervento da parte del pubblico che deve riuscire a sciogliere tutti i nodi che ci sono” continua Garibaldi, secondo cui il tema più importante e delicato “è sicuramente quello di mappare le esperienze e di renderle facilmente disponibili al turista, questo per iniziare, poi dovremo svilupparle e mapparle”.