domenica, Dicembre 22, 2024

Selfite, disturbo mentale o bufala?

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Maria Sordino
Maria Sordinohttps://www.2anews.it
Maria Sordino - cura la pagina della sanità, sociale, attualità, è laureata in Scienze Biologiche, scrittrice.

La ‘selfite’, l’incontrollabile bisogno di scattare foto a sé stessi, 24 ore su 24, postandole su Facebook e Instagram, è un disturbo mentale.

Selfite è un termine coniato nel 2014 per definire un disturbo ossessivo legato all’uso dei social network, che si manifesta in particolare col bisogno continuo di postare autoscatti più volte al giorno sul proprio profilo.Selfite, disturbo mentale o bufala? Secondo alcuni psicologi della Nottingham Trent University e della Thiagarajar School of Management in India, il fenomeno non solo è di portata significativa ma è possibile identificare tre categorie di disturbo: cronico, acuto e borderline. Il dato emerge da uno studio pubblicato sull’International Journal of Mental Health and Addiction con cui è stato esaminato il fenomeno.
La ‘selfite’ si definisce cronica quando il bisogno di scattare foto a sé stessi, 24 ore su 24, postandole su Facebook e Instagram supera le sei volte al giorno; è borderline se si scattano selfie almeno tre volte al giorno, ma senza necessariamente pubblicarli sui social media, mentre è classificata come acuta se si fanno molto autoscatti e tutti poi sono effettivamente pubblicati online. Per arrivare a questa classificazione è stato svolto un sondaggio su 400 persone in India, Paese che ha molti utenti Facebook e che ha il più alto numero di morti correlate a selfie ‘pericolosi’.
Selfite, disturbo mentale o bufala?Per l’occasione è stata realizzato anche un vero e proprio test, che consente di attribuire un punteggio a 20 affermazioni correlate col disturbo e aiuta a stabilirne la gravità. Alcuni esempi sono frasi del tipo “Guadagno molta attenzione postando selfie sui social network” o ancora “Fare selfie migliora il mio umore e mi fa sentire felice”.

Non tutti gli studiosi sono però d’accordo sul fatto che la ‘selfite’ esista. In effetti era nata come una bufala. Nel 2014 si era diffusa la notizia che l’American Psychiatric Association l’avesse inserita tra le malattie mentali riconosciute. La notizia si era diffusa a tal punto da costringere l’associazione a chiarire che la selfite non esiste. Il nuovo studio sembrerebbe però riproporre l’ipotesi della sua esistenza. “Questa ricerca ha validato il concetto di selfite e fornisce dati di riferimento che potranno essere utili ad altri ricercatori per indagare il concetto in modo più approfondito e in diversi contesti”, ha spiegato Mark Griffiths, tra gli autori della pubblicazione.

Selfite, disturbo mentale o bufala?Qualche curiosità
Forse parlare di malattia mentale è un po’ esagerato, certo è che fare troppi selfie può nascondere delle insicurezze psicologiche e un grande bisogno di ricevere conferme dagli altri.
A quanto pare il primo selfie della storia risale addirittura al 1839, ossia una decina d’anni dopo l’invenzione della fotografia. Esso fu opera del fotografo americano Robert Cornelius, di Filadelfia. Non solo. All’inizio del ‘900 Anastasia Nikolaevna, figlia dell’ultimo zar di Russia Nicola II, si scattò allo specchio molte foto con la sua Kodak.

Recentemente Paris Hilton, l’ereditiera più famosa del mondo, si è attribuita un singolare primato: è lei l’autrice del primo «selfie». La 36enne ha pubblicato su Twitter la “reliquia” nella quale compare accanto alla cantante Britney Spears. La didascalia della foto del 2006 recita: «Esattamente undici anni fa io e Britney con questo scatto inventammo il selfie»
(Instagram @parishilton)

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