Sofia era ammalata di leucodistrofia metacromatica, una patologia neurodegenerativa rara. Dall’impegno dei suoi genitori, Caterina Ceccuti e Guido De Barros, è nata un’associazione fondamentale per la battaglia alle malattie rare.
«Ieri sera la nostra piccola straordinaria bambolina Sofia è volata in cielo direttamente dalle braccia di mamma e babbo. Ora per lei non esiste più dolore, c’è solo l’amore»: così Caterina Ceccuti ha annunciato la morte della sua piccolina di sette anni, ammalata di leucodistrofia metacromatica, una patologia neurodegenerativa rara. Caterina e suo marito, Guido De Barros, avevano fondato un’associazione senza scopo di lucro per difendere i diritti di Sofia e di tutti i bambini che combattono contro le malattie rare. «Voa Voa! Onlus», l’associazione chiamata così dalle parole che Sofia pronunciava nel vedere gli uccelli in volo («Vola, vola»), offre assistenza socio sanitaria, sostegno psicologico, legale ed economico alle famiglie con figli colpiti da patologie rare, neurodegenerative, diagnosticate in età pediatrica. Sofia non ce l’ha fatta, ma l’associazione nata in suo nome ha raccolto migliaia di persone in tutta Italia, diventando un punto di riferimento per genitori e parenti di bambini colpiti da malattie spesso semi sconosciute e spietate. La raccolta fondi ha trovato il sostegno anche di testimonial famosi, come il cantante Nek.
La leucodistrofia metacromatica è una malattia rara ma gravissima, caratterizzata dal progressivo accumulo di sostanze tossiche a livello del sistema nervoso. Compare spesso nella tarda infanzia e comporta difficoltà nel camminare, atrofia ottica e regressione motoria, prima di coinvolgere anche la funzionalità mentale. Nel giro di pochi anni, i sintomi si aggravano fino ad arrivare a uno stadio di decerebrazione e infine al decesso, che avviene entro pochi anni dalla comparsa dei primi sintomi. Nessun trattamento efficace è attualmente disponibile e i piccoli pazienti ricevono unicamente una terapia di supporto. Sofia, nel corso degli anni, si era ritrovata cieca, paralizzata, in grado di nutrirsi solo per via endovenosa.