Oltre alla madre, sono indagati anche gli zii del piccolo e i proprietari dei pitbull che hanno azzannato e ucciso il bambino a Eboli.
Figura anche la madre tra le cinque persone iscritte nel registro degli indagati per la morte del bimbo di 13 mesi, aggredito da due pitbull in una villetta della frazione Campolongo, nella periferia di Eboli, in provincia di Salerno.
La Procura di Salerno (sostituto procuratore Alessandro De Vico) – come anticipato da diversi quotidiani- contesta il reato di concorso in omicidio colposo per omessa custodia degli animali a G.S. (difesa dall’avvocato Daniele Olivieri) e a F.F., i due proprietari dei pitbull che hanno azzannato e ucciso il piccolo.
Stessa ipotesi di reato anche per gli zii del bambino, S. e G. S., e per la loro sorellastra, nonché mamma del piccolo, P.F., legalmente separata dal marito. L’iscrizione è un atto dovuto in vista dall’esame autoptico che dovrebbe tenersi subito dopo il conferimento, previsto oggi.
G.S. – insieme ai cani – sarebbe rimasta nello stabile dov’è avvenuta la tragedia, il marito sarebbe andato via a dicembre. Da quel periodo, la mamma del piccolo e il figlio erano stati ospitati nella casa della signora e, in un secondo momento, anche i fratelli.
A fine marzo, però, anche G.S. avrebbe lasciato la casa, mentre i cani sarebbero stati affidati all’amica con l’obbligo di fornirle tutti i mezzi per il loro sostentamento.
Secondo quanto si appreso, inoltre, due pitbull, fino al giorno della tragedia, non si erano mai dimostrati pericolosi, in quanto erano sempre stati accuditi con amore, come due figli, visto, peraltro, che la coppia non aveva neanche bambini.