Un ingegnere aerospaziale napoletano precario, Roberto Carlino, da Napoli è volato negli States, per lavorare nella Silicon Valley della NASA.
Insieme al suo gruppo, collabora a progetti importanti, come la “Mars Sample Return”, la missione che prevede l’invio di una sonda su Marte per il futuro recupero di campioni di roccia dal pianeta rosso e al “Light Force Project”, cioè alla costruzione di stazioni laser capaci di deviare l’orbita di detriti spaziali in rotta di collisione con i satelliti terrestri. Roba da fantascienza.
Una storia straordinaria
Roberto Carlino è un ragazzo che ha iniziato la sua corsa verso lo Spazio da Fuorigrotta, quartiere della città di Napoli: le scuole medie alla Silio Italico, il liceo scientifico al Mercalli, poi l’Università alla Federico II. Una vita vissuta a cento allora, divisa tra lo studio e le passioni di sempre: il paracadutismo e il calcio.
Laureato a pieni voti già a 23 anni, con 110 e lode e menzione della commissione in Ingegneria aerospaziale, Roberto ha un sogno, lavorare nel suo campo. Inizia quindi a fare quello che tutti i giovani come lui farebbero: invia il curriculum ovunque, all’Agenzia spaziale italiana, alla Thales Alenia Space, al Centro italiano ricerche aerospaziali. Nella maggior parte dei casi non riceve risposta; nessuno gli concede la possibilità di un colloquio.
Scoraggiato, ma per nulla intenzionato a mollare, Roberto decide di seguire un master a Roma. Occasione perfetta per entrare in contatto con le grandi aziende, compresa la Nasa in California. Passano i mesi e, nonostante l’impegno profuso, l’azienda con cui Roberto collabora durante il master gli annuncia che per lui non ci sono possibilità di lavoro.
Solito motivo: colpa della crisi. Per Roberto, in Italia, la strada che porta alle stelle è lunga e difficile.
Il ragazzo non si perde d’animo e decide di tentare l’impossibile: invia il suo curriculum alla Nasa, alle stesse persone che, qualche mese prima, aveva incontrato durante la visita-studio. Poche settimane e arriva l’e-mail che gli ha cambiato per sempre la vita.
Roberto Carlino, un ragazzo con un grande sogno, che non si è lasciato scoraggiare e che ha puntato in alto, allo Spazio. Ha investito su se stesso e ha vinto. Sicuramente per lui, per la sua famiglia non deve essere stato semplice.
Sacrifici, costanza, determinazione finché quel sogno non è diventato realtà. Da un’altra parte, purtroppo, lontano dall’Italia. Triste, se la storia finisse così.
Il lavoro di Roberto oggi, non è lo step finale di un percorso durato anni. Se così fosse, dovremmo concludere di trovarci di fronte all’ennesima fuga di giovani cervelli dal nostro Paese. Stazioni laser, sonde su Marte, sono progetti che non appartengono solo alla Nasa o agli Stati Uniti o agli americani. Sono progetti, sono sogni che appartengono al mondo.