martedì, Ottobre 8, 2024

Torre Annunziata, scavi clandestini verso la Villa di Poppea: falegname denunciato

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Francesco Monaco
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Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

Lo scavo clandestino sarebbe stato realizzato per trafugare reperti nella Villa di Poppea del sito di Oplontis a Torre Annunziata, in provincia di Napoli.

Uno scavo clandestino verosimilmente realizzato per trafugare reperti nella Villa di Poppea del sito di Oplontis a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, è stato scoperto dai carabinieri che hanno denunciato un falegname di 53 anni, incensurato.

I militari del nucleo investigativo del gruppo di Torre Annunziata, insieme con il supporto dei colleghi della sezione di polizia giudiziaria della procura della repubblica oplontina, specializzata nel contrasto dei reati contro il patrimonio culturale, hanno effettuato un blitz in una cantina del corso Garibaldi, all’altezza del civico 106 dove hanno scoperto degli scavi clandestini. L’operazione ha di fatto salvato un reperto archeologico, una vera e propria opera d’arte, di inestimabile valore, dall’incursione dei tombaroli.

Durante le operazioni, effettuate anche con i vigili del fuoco, i carabinieri hanno rinvenuto tre tunnel, parzialmente franati ma utilizzabili, tutti convergenti in direzione del vicino sito archeologico “Villa di Poppea”, in particolare verso il “grande atrio con decorazioni ad affresco” nel sito di Oplontis.

L’area e tutti i materiali – attrezzi atti allo scavo, areatori, materiali di puntellamento, recipienti con all’interno lapilli provenienti dagli scavi clandestini – sono stati sequestrati. Denunciato per il reato di opere illecite (articolo 169 codice dei beni culturali) il proprietario del locale, un 53enne falegname incensurato del posto.

Gli scavi clandestini scoperti dai carabinieri a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, sono distanti circa 50 metri dalla villa di Poppea, domus di inestimabile valore artistico e archeologico risalente al I secolo a.C. e attribuita a Poppea Sabina (seconda moglie dell’imperatore Nerone).

L’immobile si trova immediatamente a sud del grande atrio e dell’ampio giardino nel quale furono rinvenute diverse sculture in marmo nonché dell’intera parte occidentale della villa ancora non scavata dove potrebbe essere collocato l’ingresso antico principale.

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