Sabato 16 novembre e domenica 17 novembre debutterà lo spettacolo “Doppio Specchio” di e con Anita Mosca alla Sala Ichòs a San Giovanni a Teduccio.
Torna in scena con un suo nuovo spettacolo – Doppio Specchio – Anita Mosca, attrice, regista e autrice che ha trasformato la sua passione per il teatro in un’apprezzata e preziosa attività professionale, dopo i meravigliosi anni trascorsi nella prestigiosa compagnia del compianto Enzo Moscato, uno dei massimi autori teatrali del “dopo Eduardo”, assieme a Santaniello e Ruccello.
L’esperienza maturata nel corso di questi lunghi anni insieme ai lunghi e impegnativi studi dove la ritroviamo anche in veste di traduttrice e ricercatrice universitaria, le hanno permesso di raggiungere lusinghieri traguardi attraverso i suoi interessanti lavori non solo qui in Italia, ma anche in Spagna, Argentina, Cuba, Giordania e soprattutto in Brasile, dove ha vissuto per molti anni.
Lo spettacolo
Si tratta di una produzione Itinerarte, di un viaggio al femminile, raccontato attraverso gli occhi di una madre e una figlia, che si confrontano in una società tradizionalista e con i primi desideri di autodeterminazione, incarnando in esse le tensioni e le eredità emotive che generalmente si tramandano di generazione in generazione, generando talvolta attriti, rivalse, incomprensioni e verità nascoste.
In scena, un “doppio specchio” simboleggia il riflesso della madre nella figlia e viceversa, un rapporto in cui si manifestano limiti imposti dalla società e le difficili sfide dell’indipendenza femminile. Lo spettacolo alterna toni delicati e momenti di tensione e propone in scena una narrazione costruita seguendo il gioco combinatorio di due lingue, l’italiano e il napoletano che si intrecciano vicendevolmente, così come accade spontaneamente a Napoli e nei suoi dintorni, creando un linguaggio ibrido per dar voce a un inconscio collettivo, fatto di storie e vissuti stratificati.
Lo spettacolo è scritto, diretto e interpretato da Anita Mosca che troveremo in scena con Isabella Mosca Lamounier, accompagnate dalle musiche, composte ed eseguite da Salvatore Morra, le opere pittoriche sono di Ciro Di Matteo e i movimenti scenici di Mariacira Borrelli. Anita Mosca, ci ha inoltre concesso una breve intervista su questo suo spettacolo, rispondendo ad alcune seguenti domande:
Anita Mosca torna in teatro con un suo nuovo e inedito spettacolo, Doppio specchio: quando ha scritto il testo aveva già pensato di affidarne la recitazione alla stessa Anita Mosca?
Quando scrivo per il Teatro, mi capita che alcuni testi nascono già per la condivisione, con poche o molte presenze, che affollano prima la pagina, e poi successivamente la scena, come è accaduto in passato per alcuni dei miei lavori, tra i quali per esempio, Dentro la notte, Interno familiare, o le traduzioni in portoghese del Brasile di Liolà per il Teatro Goldoni di Brasilia, o di Orestes, meu malvado preferido per la compagnia Trupersa di Belo Horizonte. Altri progetti invece, come Doppio specchio nascono come lavori intimisti, cuciti addosso come un abito di sartoria. Li penso già nel momento della scrittura sul mio corpo, sulla mia voce, immagino finanche il più piccolo respiro, mentre scrivo le battute. La messa in scena di Doppio specchio prevede, infatti, una mia regia e il mio coinvolgimento come attrice, oltre che come autrice. Mi rendo conto che presentare un progetto di teatro a tutto tondo, è qualcosa di arduo e complesso, che presenta sfide e criticità tortuose, eppure fa parte della nostra linea di Tradizione, vicina e lontana, a cui sento, irriverentemente, di appartenere, da Scarpetta, De Filippo, Viviani, Ruccello, a Moscato, la pratica di auto-dirigersi e interpretare i propri testi, che mi risulta così naturalmente, o forse chissà, ingannevolmente, necessaria per un progetto di teatro autorale.
Ha avuto la fortuna di lavorare nella compagnia del compianto Enzo Moscato: quanto di questo grande drammaturgo c’è nel suo nuovo spettacolo?
Lavorare con Enzo Moscato per sei lunghi, intensi ed indimenticabili anni, stare al suo fianco come attrice, e a volte come assistente alla regia, contemporaneamente, condurre e concludere un dottorato di ricerca sulla sua scrittura, potendolo intervistare e interpellare su ogni minimo dubbio, è stata una delle esperienze più marcanti del mio percorso artistico. Sono tante le lezioni che il Maestro-Poeta mi ha lasciato, ma credo che quella maggiormente presente in Doppio specchio sia la prima che appresi da Lui, durante un laboratorio che venne a condurre sulla drammaturgia a Castellammare di Stabia, quando io ero all’inizio del mio percorso artistico. “Se volete scrivere qualcosa per il Teatro, dovete innanzitutto vivere, intensamente, per poi avere qualcosa di vostro, autentico da raccontare”. In quel momento sembrarono parole sibilline, che afferravo solo intuitivamente, come succede spesso a vent’anni, eppure, fu fondamentale ascoltarle. Sarò eternamente grata per questo ad una grande donna di teatro e di cultura, Camilla Scala, regista, attrice e scrittrice visionaria, incendiata dal teatro, fondatrice di Teatro&Dintorni, la prima compagnia teatrale di cui ho fatto parte, che ci dava l’opportunità non solo di frequentare i grandi palchi italiani ed europei, ma anche quella di incontrare grandi maestri come Moscato, sottraendoci al gretto e spietato contesto di provincia, del quale parlo proprio in Doppio specchio.
Quali sono gli elementi di cui un testo teatrale proprio non può fare a meno?
Ancor prima di tutti gli aspetti formali della grammatica della scena, che pur si devono conoscere, credo che l’elemento imprescindibile per un testo teatrale sia la sua “urgenza”. Nel senso che un progetto di teatro autorale trova la sua legittimazione, nella necessità di materializzare quella parola in scena. Al di là, dei gusti, delle preferenze o dei consensi degli spettatori. Evidentemente, sto parlando di un Teatro che non rinuncia alla sua funziona antica e dirompente nella società, alla sua dimensione dionisiaca, irriverente, che non cede al perbenismo, all’addestramento del pensiero, alle convenzioni sociali, che non si piega alle leggi sciagurate e mortificanti italiane per lo spettacolo dal vivo, che tentano di addomesticare il Teatro, riducendolo esclusivamente ad eventi di grandi numeri.
L’attualità del testo “Doppio Specchio” ha una rilevanza anche autobiografica?
Doppio specchio parla della fatica di autodeterminarsi, farsi donna in un meschino contesto di provincia. Parla di violenze fisiche e psicologiche sulla mente e sul corpo di una bambina, che poi diventa adolescente e adulta, costretta a pagare prezzi altissimi per trovare una sua forma di esistenza e resistenza, alle pressioni condizionanti della famiglia e del piccolo contesto sociale in cui è immersa. Tutto questo non è autobiografico, ma è reale il contesto che tento di raccontare, sono reali o lo sono stati, i personaggi che hanno ispirato le vicende che racconto. Doppio Specchio come messinscena evocativa, dunque, segnata da sospensioni con inevitabili e subitanee deviazioni tragicomiche, grottesche, cercando continuamente quella misteriosa tensione tra riso e pianto, che rimane imprescindibile ai miei occhi, per poter conservare la leggerezza e la potenza intrinseche al Teatro.
Info utili
Sabato 16 novembre 2024, ore 21.00 e domenica 17 novembre 2024, ore 19.00, le due date del debutto alla Sala Ichòs, Via Principe di Sannicandro 32/A, di San Giovanni a Teduccio – zona est di Napoli, dove verrà messo in scena lo spettacolo teatrale Doppio Specchio.
Parcheggio gratuito disponibile in loco
Solo per il giorno 16 servizio di navetta gratuita A/R da Piazza Bovio – Sala Ichòs – Piazza Bovio con prenotazione obbligatoria +39 3389025758
Biglietto intero: 10 €
Ridotto: 8 €
Info e prenotazioni biglietti: cell. +39 366 8711689