Sanità: il pensionamento di 45000 medici di base nei prossimi 5 anni preannuncia carenze per 14 milioni di italiani.
Il pensionamento di 45000 medici nei prossimi 5 anni prefigura importanti carenze per ben 14 milioni di italiani, che rischiano di restare senza un medico di famiglia. I pensionamenti riguarderanno sia questi ultimi che i medici del Servizio Sanitario Nazionale. L’allarme diventa ancora più assordante se si pensa alla situazione tra 10 anni: nel 2028, infatti, saranno andati in pensione 33392 medici di base e 47284 medici ospedalieri, per un totale di più di 80000 pensionamenti. A lanciare l’allarme sono la Federazione medici di medicina generale (Fimmg) e il sindacato dirigenti Anaao: nel giro di qualche anno -affermano- ben 14 milioni di italiani potrebbero restare senza medico di famiglia. Sicilia, Lombardia, Campania e Lazio sono le regioni che registreranno, sia nel breve sia nel lungo periodo, le maggiori sofferenze. Il dato grave, rilevano le organizzazioni sindacali, è però soprattutto un altro: le uscite stimate per effetto dei pensionamenti non saranno colmate da nuove assunzioni. Per i medici di base, infatti, le borse per il corso di formazione in medicina generale messe a disposizione sono oggi circa 1100 l’anno e se il numero rimarrà costante, afferma la Fimmg, ad essere rimpiazzati, al 2028, saranno non più di 11000 medici, mantenendo un saldo negativo a quella data di oltre 22000 unità. Per il Ssn, invece, è più difficile fare un calcolo di quanti potranno essere i nuovi medici assunti: da un lato, spiega il vice segretario nazionale Anaao Carlo Palermo, “non sappiamo quando saranno banditi i concorsi da parte delle regioni e per quali numeri, e dall’altro va ricordato che in varie regioni è ancora in atto il blocco del turn-over parziale o totale”. Riguardo le specializzazioni del Ssn, “l’attuale sistema delle scuole di specializzazione in medicina non garantirà un numero sufficiente di specialisti per il prossimo futuro: i posti resi disponibili per le scuole di specializzazione sono attualmente circa 6500 l’anno, ma secondo le nostre stime ne sarebbero necessari almeno 8.500. A mancare nelle corsie – conclude Palermo- saranno a breve soprattutto pediatri, chirurghi, ginecologi e cardiologi”.