Unione Europea: da Bruxelles arrivano codici di condotta e aiuti ai media per combattere il fenomeno delle fake news.
L’Unione Europea è decisa più che mai a combattere la preoccupante evoluzione delle fake news, quelle notizie false che tanto circolano sul web. A proposito delle “bufale”, due giorni fa il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, aveva formalizzato la tassazione per i giganti del web, mentre ieri il commissario Ue alla sicurezza, Julian King, non ha usato mezzi termini: “La manipolazione della pubblica opinione attraverso le fake news è una minaccia reale alla stabilità e alla coesione delle nostre società europee”. Per evitare la diffusione di notizie false, ci saranno regole più stringenti: codici di buone pratiche (senza valore giuridico vincolante) per i principali social network, come Facebook e Twitter, e aiuti ai mass media tradizionali per sostenere l’informazione di qualità. Si pensa anche di adottare una specifica legislazione per combattere le fake news. Da Bruxelles arriva anche l’idea di lanciare un forum per riunire piattaforme, industria della pubblicità, media e società civile per coordinare gli sforzi nella lotta alle bufale. Entro luglio il forum licenzierà il Codice sulle pratiche, che i social dovranno seguire: l’obiettivo è avere entro ottobre una valutazione misurabile del loro impatto. Importante per questi provvedimenti è stato anche il recente scandalo Cambridge Analitica, che ha messo in mostra la grande capacità di controllo da parte dell’Ue rispetto alla privacy: alla scoperta è seguita l’istituzione del parental control su Facebook e l’innalzamento a sedici anni della soglia di accesso a Whatsapp. Tra i suggerimenti, le piattaforme social dovranno “assicurare trasparenza dei contenuti politici sponsorizzati e aumentare gli sforzi per chiudere i profili falsi”. Di contro, dovrà essere facilitata la riconoscibilità delle fonti affidabili e dei contenuti di qualità e si dovrà pensare anche a strumenti accessibili per la segnalazione di notizie false.