Beppe Fiorello rilascia alcune dichiarazioni sul proprio lavoro e sui programmi che farà in Rai.
In occasione della presentazione del palinsesto Rai del prossimo anno, Beppe Fiorello rilascia alcune dichiarazioni riguardo il proprio lavoro. “Nella prossima stagione sarò su Rai1 e racconterò delle storie vere, eroi del quotidiano, nel Nord e nel Sud dell’Italia“.
Sarà protagonista infatti di due fiction su Rai 1: “Una mostrerà una Calabria come non si è mai vista. Scardiniamo lo stereotipo della Calabria arcaica, omertosa, ‘ndranghetista per raccontare la storia visionaria di una Calabria che ha visto oltre. L’altra, nel Nord, racconta la storia di un uomo che non accetta la barbarie delle medie imprese chiuse dall’oggi al domani e da operaio dice ‘chiudete la mia fabbrica, allora la compro io’. La storia di un altro visionario. Dal Sud al Nord, pensate che Italia abbiamo”.
Beppe Fiorello si sofferma anche sul perchè vuole portare personaggi positivi in tv, in contrasto con la moda crime del momento.
Beppe Fiorello spiega come mai vuole portare dei modelli positivi in televisione, in contrasto con la moda crime del momento, che definisce pericolosa. “Il crime mi piace ma se diventa una tendenza continua e unica,io comincio a preoccuparmi dal punto di vista artistico, perché ci appiattiamo, dal punto di vista sociale perché creiamo dei modelli. Per questo io sento che ci vuole un’alternanza: crime, melò, comicità. Al momento, invece, c’è una tendenza tale per cui sembra più fico fare il crime, mentre fa più vecchiotto fare su Rai1 gli eroi positivi, persone viventi che realtà, è complicato interpretare”.
Continua poi dicendo: “Insomma, attenzione alle tendenze, alle mode perché ci sono messaggi meravigliosi ancora da dare. La Rai, per esempio, è rivoluzionaria nelle tematiche, mentre gli altri lo sono nello stile di racconto. Se ci si pensa bene, i crime sono tutti uguali. Quando hai raccontato la storia di Pablo Escobar, gli altri sono tutti spin off. La tendenza al crime bisogna prenderla con le pinze altrimenti, in quanto tendenza diventa pericolosa. Noi facciamo un mestiere da non sottovalutare.
La cinematografia è un’opera d’arte che condiziona la vita degli altri” Fa poi riferimento a un personaggio del passato che dimostra come un prodotto dello spettacolo posa cambiare il mondo, personaggio che egli stesso ha interpretato: “Domenico Modugno cambiò le sorti di un Paese nel ’58 con una canzone. Allargò le braccia e disse “Volare”, il giorno dopo scattò il famoso boom economico del ’58. Io sono certo che il boom è scoppiato grazie a quella canzone che ha dato l’immagine di un’Italia meravigliosa, di un uomo che allarga le braccia. E questo è accaduto con una canzone, pensate cosa può scatenare un film, quale ispirazione, quale modello!”.