La replica di Matteo Salvini all’Unione Europea: “Si cambi o noi costretti a muoverci da soli”.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha un progetto ormai chiaro: quello di cambiare le normative sui migranti, rendendo inoltre la Libia un porto sicuro: “C’è questa ipocrisia di fondo in Europa in base alla quale si danno soldi ai libici, si forniscono le motovedette e si addestra la Guardia Costiera ma poi si ritiene la Libia un porto non sicuro”, ha detto Salvini da Mosca (dove ha assistito alla finale dei Mondiali di calcio). Le sue ambizioni sono però frenate dall’Unione Europea: “Nessuna operazione europea o nave europea fa sbarchi in Libia perché noi non consideriamo la Libia un porto sicuro”, fa sapere Natasha Bertaud, portavoce della Commissione europea. Immediata la nuova risposta, che apre l’ennesimo fronte polemico: “O si cambia, o saremo costretti a muoverci da soli“. “L’Ue vuole continuare ad agevolare il lavoro sporco degli scafisti? Non lo farà in mio nome”, ha detto il vicepremier.
Migranti, Salvini: “Creare canali per l’asilo politico dall’altra parte del Mediterraneo”
Per arginare il traffico di esseri umani, secondo Salvini, l’unica soluzione “è il blocco delle partenze, aiutando Tunisia, Marocco, Libia ed Egitto a controllare mari, porti e confini. Dobbiamo soccorrere tutti ma anche riaccompagnarli tutti da dove sono partiti – aggiunge il ministro dell’Interno – E vanno creati canali per l’asilo politico dall’altra parte del Mediterraneo: non far partire più alcuna persona e non far sbarcare più alcuna persona in Italia, e dunque, in Europa, è l’obiettivo. L’Ue deve convincersi che questa è l’unica soluzione per risolvere la questione”. Questa polemica è venuta subito dopo il caso Diciotti e lo sbarco di due navi al porto di Pozzallo, con i migranti che verranno accolti in 6 stati membri Ue (Italia, Francia, Germania, Malta, Spagna e Portogallo), in quella che si è rivelata un’importante operazione di cooperazione sugli sbarchi.