martedì, Novembre 26, 2024

Bonisoli, ministro dei Beni Culturali: “Stop domeniche gratis nei musei”

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Alberto Bonisoli: dalla Biblioteca Nazionale di Napoli il ministro ha sottolineato di voler “lasciare più libertà ai direttori”.

In visita alla Biblioteca Nazionale di Napoli, il ministro per i Beni Culturali, Alberto Bonisoli, ha annunciato che c’è la volontà di eliminare le domeniche gratuite nei musei dal prossimo autunno: “Le domeniche gratis -spiega Bonisoli- andavano bene come lancio pubblicitario, ma se continuiamo così, a mio avviso andiamo in una direzione che non piace a nessuno. Per l’estate non cambia nulla, ma poi le cose cambieranno”.

Il titolare del Mibac ha poi spiegato di voler comunque dare libertà di scelta ai direttori dei musei italiani se lasciare ancora gratuite le prime domeniche del mese: “Lascerò maggiore libertà ai direttori -sottolinea il ministro- Se vogliono mettere una domenica gratuita non c’è niente di male, ma quando obbligo a farla non va bene”.

Bonisoli cita l’esempio di Pompei: “Meglio gratis anche tutte le domeniche a novembre, con pochi turisti, che la gratuità obbligata ad agosto col pienone”.

Stop musei gratis la domenica, l’ex ministro Franceschini: “Perché smettere?”

Franceschini, alla presentazione della rassegna “Pompeii Theatrum Mundi”

Non è d’accordo sulle posizioni di Bonisoli l’ex ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, che nel luglio 2014 dispose l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, a tutti i musei e luoghi della cultura statali: “Le domeniche gratuite -ha scritto su Facebook- hanno coinvolto circa 10 milioni di persone dall’estate del 2014 ad oggi, centinaia di migliaia da sud a nord ogni volta, gran parte delle quali è andata in un museo per la prima volta nella vita portandoci i figli o i nipoti, gran parte dei quali ha provato la gioia di poterlo fare senza gravare su un bilancio familiare difficile e pieno di cose da sacrificare. Perché smettere, ministro Bonisoli? –conclude Franceschini- Ci ripensi. Le cose giuste e che funzionano non hanno colore politico”.

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