Con il decreto Milleproroghe conferma che le prove Invalsi non saranno uno dei requisiti per accedere alla Maturità.
Tempo di emendamenti per il governo italiano. In questo caso al centro del nuovo emendamento c’è la scuola, più precisamente i test Invalsi. Con il decreto Milleproroghe è stato deciso che i test non saranno un requisito minimo per accedere alla Maturità, almeno fino al 2020 (compreso). La maggioranza si è espressa: le prove si faranno ma non saranno vincolanti.
Ecco le parole di Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura della Camera a proposito dell’emendamento.
“Con il decreto Milleproroghe abbiamo fatto slittare l’obbligo dei test Invalsi per l’accesso alla maturità al 2020, una delle tante follie introdotte dalla Buona Scuola di Renzi. Ora c’è da ripensare al sistema dei test con l’aiuto della comunità scientifica” Sono le parole di Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura della Camera, che prosegue: “In questi anni con troppo disinvoltura si è voluto affidare ad un unico ente la patente per misurare e valutare un intero sistema scolastico.
I test nati nel 2007 a scopo puramente statistico sono diventati impropriamente strumenti principali per misurare e valutare scuole, docenti, ragazzi e bambini. Già nel 2014 una folta schiera di accademici di tutto il mondo ha scritto al direttore del programma per la valutazione internazionale degli studenti dell’Ocse, affermando di essere molto preoccupati per gli effetti che producono i test e le classifiche sui sistemi educativi di tutto il mondo”. Che conclude “Questo allarme della comunità scientifica internazionale lo prendiamo molto sul serio e per questo affronteremo con attenzione il cambiamento necessario al sistema dei Test Invalsi nella scuola”.