Mattinata negativa in Borsa dopo il rapporto deficit/pil previsto al 2,4% per tre anni nella nota di aggiornamento al Def: nel crollo di Piazza Affari non vengono risparmiati i titoli delle aziende quotate a partecipazione pubblica.
Tensioni sui titoli di Stato italiani dopo il rapporto deficit/pil previsto al 2,4% per tre anni nella nota di aggiornamento al Def. Oggi lo spread tra btp e bund è a 276 punti con il rendimento del decennale al 3,22%.
Il crollo di Piazza Affari con il Ftse Mib che cede il 4,2% a 20.610 punti non risparmia i titoli delle aziende quotate a partecipazione pubblica. Più di tutte Poste che lascia sul terreno il 6,2%. A seguire Snam (-4,29%), Terna (-3,37%). Ammortizzano i colpi delle vendite Eni (-2,25%), Saipem (-2,43%) ed Enav (-1,67%) mentre Leonardo cede il 4,64% e Fincantieri il 3,85%. Sempre sotto pressione i bancari con Banco Bpm e Bper che lasciano oltre il 10%. Ubi e Unicredit cedono invece oltre il 9%. Sul fronte dei cambi l’euro resta debole a 1,158 sul dollaro.
Asia non guarda a Italia, Tokyo corre
I mercati asiatici e dell’area del Pacifico non guardano ai rischi di tensioni in Europa sulla manovra economica italiana e si muovono generalmente in territorio positivo, con Tokyo che corre sui massimi da quasi 30 anni grazie alla debolezza dello yen e alla solidità mostrata da Wall street. La Borsa giapponese segna in chiusura con l’indice Nikkei 225 un rialzo nettamente superiore al punto percentuale (+1,4%), mentre Hong Kong sale nel finale dello 0,4%, con i listini cinesi leggermente più ottimisti (Shanghai +0,7%). In aumento anche le Borse di Sidney e Singapore (+0,7% entrambi), mentre l’unico segno negativo viene da Seul, in calo di mezzo punto percentuale.