Terrorismo in Sri Lanka: gli attacchi kamikaze (che hanno provocato almeno 321 morti e 500 feriti) sarebbero una rappresaglia per Christchurch.
L’Isis ha rivendicato gli attacchi terroristici nello Sri Lanka dello scorso 21 aprile (domenica di Pasqua), che hanno causato almeno 321 morti (tra cui 30 stranieri e anche 45 bambini, riferisce l’Unicef) e 500 feriti, senza tuttavia fornire alcuna prova del suo coinvolgimento diretto.
Prosegue intanto la caccia ai membri del gruppo jihadista National Thowhead Jamath per la strage di Pasqua: sono almeno 40 le persone sospettate e arrestate. Da una prima indagine su questi terribili attentati, secondo quanto riferito in Parlamento dal ministro della Difesa, Ruwan Wijewardene, gli atti di terrorismo in Sri Lanka sono stati una forma di “rappresaglia” per “vendicare” la strage compiuta lo scorso 15 marzo nelle moschee di Christchurch (in Nuova Zelanda, nella quale furono uccise 50 persone).
Terrorismo in Sri Lanka: oggi lutto nazionale
Il presidente dello Sri Lanka, Sirisena, ha proclamato per oggi, martedì 23 aprile, una giornata di lutto nazionale. Lo ha fatto sapere lo stesso ufficio del presidente, aggiungendo che nello stesso giorno Sirisena incontrerà i rappresentanti diplomatici per sollecitare e organizzare gli aiuti internazionali.
Nella stessa nota della presidenza si parla, citando rapporti delle agenzie di intelligence, di “gruppi internazionali” che potrebbero essere coinvolti negli attentati. È stata intanto rafforzata la sicurezza intorno alle chiese cattoliche dell’isola.
Terrorismo in Sri Lanka: si valutano possibili falle intelligence
La Polizia locale ha reso noto che le indagini sugli attentati esamineranno i rapporti secondo i quali la comunità dell’intelligence avrebbe fallito nel rilevare o mettere in guardia contro possibili attacchi kamikaze.
Il capo della Polizia aveva emanato una allerta a livello nazionale 10 giorni fa, segnalando il rischio di attentati contro “chiese importanti”, allertato a sua volta da servizi d’intelligence stranieri.