Gianni Minà: emozionante cerimonia nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino in onore del grande giornalista (da sempre legato alla città di Napoli).
Un pomeriggio emozionante, quello di sabato 8 giugno alla Sala dei Baroni Maschio Angioino di Napoli, dove si è svolta la cerimonia di assegnazione della cittadinanza onoraria a Gianni Minà, ovvero uno dei più grandi giornalisti italiani, capace di raccontare con grande sensibilità le storie di tanti personaggi dello sport, della cultura, dello spettacolo e della politica.
Minà rappresenta molti valori della città partenopea: “Assegniamo la cittadinanza onoraria ad un uomo coerente, credibile e che ha fatto dissolvere i confini del mondo. Gianni Minà -sottolinea il sindaco Luigi de Magistris– ha le caratteristiche di Napoli, che non ama il confine, perché città di mare, perché ha radici multiculturali avendo incontrato i popoli di tutto il mondo. Ci riempie di orgoglio il fatto per cui Napoli abbia conferito la cittadinanza onoraria a un uomo dallo spessore intellettuale e di grande sensibilità come Minà, che ha raccontato i popoli più sofferenti e avvicinato distanze che sembravano incolmabili”. Toccante anche l’orazione di Vincenzo Maria Siniscalchi, legale di Diego Armando Maradona nei primi anni ’90, quando il Pibe de oro fu inghiottito dal demone della cocaina che lo portò lontano da Napoli. Siniscalchi ha sottolineato come nelle vittorie, ma soprattutto nelle sconfitte, Gianni Minà sia stato vicino al campione argentino, intervistandolo ad esempio nel 1991 poco tempo prima della “fuga” da Napoli, che però non lo ha mai dimenticato e rinnegato.
Un legame fortissimo, quello con Maradona, simile a quello che il giornalista ha avuto con altri personaggi simbolo di Napoli, come i compianti Massimo Troisi e Pino Daniele. Ma anche star internazionali del cinema (Robert De Niro e Sergio Leone), dello sport (Muhammad Alì) e della letteratura (Gabriel Gracia Marquez): tutti con lui in una memorabile fotografia. “Nella mia carriera -ha dichiarato Minà, 81 anni- posso dire con orgoglio di aver sempre rispettato tutti e di non aver mai risparmiato niente e nessuno. Sono orgoglioso dei lavori che ho fatto. Ricordo un collegamento in diretta con Eduardo De Filippo da casa sua, impresa niente affatto facile ma che mi è riuscita. Con Fidel Castro non sapevo nemmeno se sarei arrivato in fondo: una semplice intervista si è trasformata in 16 ore di trasmissione. Sono riuscito ad avvicinare personaggi così importanti -conclude Minà- prima di tutto con il rispetto umano, conoscendo bene gli argomenti che volevo trattare e con la voglia di avventura. Ho sempre cercato di innovare, forse -aggiunge con un po’ di amarezza- anche per questo mi hanno dimenticato”.
Gianni Minà cittadino onorario di Napoli: Lina Sastri canta “Napule è” ricordando… Massimo Troisi e Pino Daniele
A un certo punto, ecco la magia. Da ospite d’onore, Gianni Minà torna ad indossare i panni del giornalista prestato alla conduzione televisiva, chiamando accanto a sé Lina Sastri (che ha cantato a cappella Napule è, ricordando per passione quella ‘O sole mio intonata in Notte per uno scudetto del 1987, sempre condotto da Minà per 6 ore di seguito), Fausta Vetere della Nuova Compagnia di Canto Popolare (con cui ha intonato Reginella) e il maestro Peppe Vessicchio (che ha raccontato alcuni aneddoti dell’amicizia col giornalista).Una bella “operazione nostalgia” di quella tv di cui Gianni Minà è stato protagonista con programmi come Blitz (contenitore domenicale degli anni ’80) e Alta Classe (trasmissione del 1992, in una puntata della quale furono ospiti Pino Daniele e soprattutto Massimo Troisi, in giornata di grande vena, a tal punto da “invidiare” l’agenda del conduttore con i numeri di telefono dei grandi personaggi da lui conosciuti).
Storici programmi di quella Rai tanto amata da Gianni Minà, ma che certamente si è dimenticata troppo in fretta di lui, giornalista e conduttore televisivo di rara qualità e sensibilità.