Cronaca di Napoli: due donne indagate per l’aggressione alla dottoressa Adelina Laprovitera (che ha subito la frattura di mandibola e setto nasale). Sospeso dal servizio un vigilantes.
Importanti novità nelle indagini per l’aggressione subita nella notte tra mercoledì 21 e giovedì 22 agosto da Adelina Laprovitera, dottoressa 52enne del pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, malmenata durante il servizio a tal punto da subire la frattura della mandibola e del setto nasale (con prognosi di almeno 30 giorni).
A picchiare la donna sono state due familiari di un paziente, che pretendevano di assistere alla visita medico-chirurgica a dispetto dell’invito di attendere qualche minuto fuori la stanza. Le due donne risultano ora indagate per lesioni gravi, mentre un vigilantes è stato sospeso dal servizio per non aver impedito alle due donne in questione di introdursi nella stanza del pronto soccorso, dove hanno poi aggredito la dottoressa.
All’episodio del San Giovanni Bosco si sono aggiunti nelle ultime ore altri due casi di violenza contro il personale sanitario, per un totale di 68 aggressioni nei primi otto mesi del 2019. Un dato allarmante, soprattutto se si pensa che, come sottolineato dall’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”, nel 2018 le aggressioni denunciate erano state 63.
Dottoressa aggredita al San Giovanni Bosco, Ciro Verdoliva: “Gesto vile e indegno”
“Sono schifata ma – ha successivamente spiegato la dottoressa Laprovitera – come ho detto a mia madre che mi ha chiamato dalla Calabria, non ho paura e spero di tornare presto a riempire la mia casella nei turni del pronto soccorso, perché siamo in pochi e lavoriamo al limite. Ho una frattura alle ossa nasali ma fortunatamente pare che non dovrò operarmi. Sto facendo gli esami, oggi faccio la paziente“. Durissima inoltre la reazione per quanto accaduto da parte del direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva: “Un gesto vile e indegno -ha tuonato Verdoliva- Ho sentito la dottoressa e le ho personalmente garantito che l’azienda è e sarà al suo fianco anche in tribunale. Niente può giustificare quanto accaduto, un fatto che al di là del trauma fisico ed emotivo cagionato, mette a rischio l’assistenza. Chi ha aggredito la dottoressa – ha aggiunto ancora il dg dell’Asl Napoli 1 – ha aggredito ciascun medico, ciascuna infermiera e operatore dell’Asl Napoli 1 Centro, ma soprattutto ha tolto ad altri pazienti il diritto di essere assistiti“.