In gergo tecnico si chiamano DSA. Sono i disturbi nell’apprendimento di cui soffrono bambini e ragazzi in età scolare che, pur non avendo disabilità particolari, trovano difficoltà nelle attività di lettura, scrittura e calcolo. Se non sono aiutati nella maniera corretta, tali disturbi possono rendere loro difficile la vita a scuola.
“I problemi sono arrivati con il quinto anno delle elementari e l’ingresso alle medie. Non sapevo leggere l’orologio, le tabelline non le memorizzavo, mi sentivo stupida. Nessuno ha mai sospettato che fossi discalculica ma, nello stesso tempo, nessuno si è mai spiegato i miei errori sempre uguali, ripetitivi e che venivano definiti “di distrazione” (da “Pensami al contrario” ilmiolibro.it 2015).
di Maria Sordino – L’acronimo DSA si riferisce ad un gruppo eterogeneo di disturbi che i bambini manifestano in età scolare attraverso significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità di ascolto, espressione orale, lettura, ragionamento, matematica e definibili in base al mancato raggiungimento di criteri di apprendimento attesi, rispetto alle loro potenzialità generali. Si tratta di disturbi “specifici”, in quanto riferiti ad uno specifico dominio di abilità circoscritte, mentre rimane intatto il funzionamento intellettivo generale. Le manifestazioni spaziano dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata, fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia), alle difficoltà nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell’associazione del simbolo numerico alla quantità corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di situazioni problematiche. Un bambino o ragazzo dislessico può leggere e scrivere, ma non può farlo in maniera automatica come gli altri. Leggere e scrivere gli costa molta più fatica e impegno. A volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (es. destra – sinistra), può avere difficoltà nell’esposizione orale di contenuti complessi (in particolare nelle interrogazioni). In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in abilità motorie fini (ad esempio allacciarsi le scarpe), nel calcolo, nella capacità di attenzione e di concentrazione. Per questo si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro con i programmi, finisce con l’avere problemi psicologici, ma questo è solo una conseguenza, non la causa del disturbo di cui soffre. Se si hanno dubbi che un bambino abbia difficoltà di apprendimento è necessario richiedere una valutazione specialistica a un neuropsichiatra infantile o a uno psicologo. Lo specialista farà una diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) in seguito alla valutazione clinica. Una volta ottenuta la diagnosi sarà possibile, per i genitori, chiedere alla scuola la predisposizione di un PDP – Percorso Didattico Personalizzato, che implica l’adozione di misure compensative e dispensative, appropriate all’entità e al profilo della difficoltà. Tali misure sono strategie o strumenti, informatici e non, che hanno lo scopo di compensare il disturbo, supportando i ragazzi in quelli che sono i loro punti di debolezza dovuti ai DSA. Sono strumenti compensativi ad esempio il pc, la sintesi vocale, la calcolatrice, la tabella delle formule, la tavola pitagorica, l’utilizzo di mappe concettuali o mentali e cartine durante le interrogazioni, il dizionario digitale, una diversa presentazione delle modalità di verifica, ecc. Sono invece misure dispensative gli esercizi più corti, evitare la lettura a voce alta, ridurre i compiti a casa, evitare l’apprendimento mnemonico, ecc. La loro applicazione è prevista dalle note ministeriali in tema di DSA. L’utilizzo di tali strumenti in classe e a casa non elimina il disturbo, ma agevola l’apprendimento e richiede da parte degli insegnanti la conoscenza del disturbo e delle sue manifestazioni.
Una curiosità – Cosa hanno in comune Leonardo da Vinci, Tom Cruise, Albert Einstein, Magic Johnson, Pablo Picasso e John Lennon? Senza dubbio il fatto di essere delle eccellenze nei rispettivi campi, insieme ad un’altra caratteristica: sono tutti dislessici. Anche grazie a ciò, sono riusciti a conseguire dei traguardi straordinari. Hanno compreso la propria particolarità e superato gli ostacoli, riuscendo così a esprimere il proprio genio e a entrare nella storia: perché l’intelligenza di un dislessico è elevata e soprattutto allenata a trovare percorsi alternativi, quindi fortemente versatile ed elastica.