Gran finale per il cartellone di concerti del Beer Garden (Discesa Coroglio 34), messo a punto per la primavera 2017 dalla direzione artistica di New Reel Records.
Venerdì 26 maggio, alle 21.30, Piero Gallo Quartet suona il progetto Mediterranean Experience, in bilico tra le sonorità di folk, rock e world music. L’intensità chitarristica di Piero Gallo, forgiata dalle straordinarie collaborazioni con, tra gli altri, Enzo Avitabile, James Brown, Randy Crafword, Africa Bambata, Planet Funk, Enzo Gragnaniello, si esprime questa volta sulle corde della mandolina, lo strumento di sua invenzione ricavato dalla fusione di mandolino e mandola. Con Gallo sul palco Raffaele Vitiello (chitarre), Marco Caligiuri (batteria) e Luca Caligiuri (basso). Sabato 27 maggio, alle 21.30, la chiusura del primo palinsesto del Beer Garden per quest’anno è affidata a Slivovitz, la formazione nata a settembre 2001 che ha creato un peculiare suono etno-jazz rock in costante evoluzione, dall’esordio con l’omonimo album Slivovitz (Ethnoworld 2005), passando per Hubris (registrato nel 2007 e pubblicato da Moonjune Records nel 2009) e Bani Ahead (Moonjune Records 2011), fino al più recente All You Can Eat (Moonjune Records, 2015). Gli Slivovitz sono Derek Di Perri, Marcello Giannini, Vincenzo Lamagna, Salvatore Rainone, Ciro Riccardi, Pietro Santangelo, Riccardo Villari.
Ad aprire il cartellone di giugno è uno degli eventi più attesi di questa stagione al Beer Garden. Celebra la trasformazione, personale e sonora, di un riferimento assoluto della scena raggamuffin napoletana, l’evento previsto al Beer Garden per venerdì 2 giugno, sempre alle 21.30: la voce dei 99 Posse Luca Persico, meglio noto come ‘O Zulù, presenta presso il palco di Discesa Coroglio “SuONO QUESTO SuONO QUELLO”, il primo ep solista della sua carriera, con 7 brani inediti per la produzione di D-Ross e STAR-t-UFFO (con un cadeau di Princevibe). L’ep, mezzora di musica, è un viaggio attraverso il percorso di formazione musicale di ‘O Zulù: il leader dei Posse non molla la storica formazione antagonista, ma si affida alla sintesi sonica dei suoi produttori, costruita sui testi, per dare vita a un ascolto post-newpolitano, dove riecheggiano drum&bass, hip-hop, derivazioni raggamuffin e anche rock, con l’omaggio sottile ai Kiss in “Piantiamola” e nella title track “Sono questo e suono quello”.
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