Dopo mesi in cui e’ stata costretta a subire abusi sessuali, la terribile vicenda della giovane ragazza di Roma e’ stata scoperta grazie ai genitori e ad alcuni messaggi ricevuti.
Per due mesi ha compiuto degli abusi sessuali su una sua studentessa minorenne durante le ripetizioni private all’interno dell’istituto ‘Massimo’ di Roma. Uno dei più prestigiosi della Capitale, nel cuore del quartiere Eur. Per questo nella giornata di ieri è stato arrestato dalla polizia Massimo De Angelis. Un insegnante romano di 53 anni, in seguito alla denuncia dei genitori della ragazza.
L’uomo, insegnante di italiano e latino, avrebbe utilizzato il cellulare per inviare messaggi alla ragazza. E proprio dopo aver intercettato alcuni messaggi sul telefono della giovane, i due – insospettiti dallo strano comportamento a scuola e nei loro confronti – sono riusciti a scoprire che da due mesi loro figlia era vittima di abusi sessuali. Negli stessi messaggi vi era da parte dell’uomo, la richiesta di doverli cancellare, una volta letti.
Teatro della violenza, dove sono avvenuti gli abusi sessuali, un’aula dove il professore – docente delle medie che fa ripetizioni ai ragazzi delle superiori – teneva lezioni private. Si tratta di un’aula diversa da quella dove si svolge la normale attività scolastica.
A mettere fine agli abusi sessuali, gli agenti del commissariato Viminale, diretto da Giovanna Petrocca, che raccolta la denuncia di uno dei genitori hanno avviato le indagini insieme con la Procura di Roma. Su delega del sostituto procuratore Stefano Pizza, la giovane è stata ascoltata presso i locali della Procura, in audizione protetta. Momento che ha fatto emergere la veridicita’ dei fatti e l’enorme disagio provato dalla giovane vittima. Costretta dapprima a subire le eccessive attenzioni dell’uomo. Che poi ha cominciato a pretendere baci e rapporti sessuali orali.
Il Liceo Massimo si costutira’ parte civile nella vicenda degli abusi sessuali subiti da una studentessa 15enne
“L’Istituto sta apprendendo solo ora fatti che ignorava e rispetto ai quali, ove fossero accertati, è parte offesa e quindi, in un eventuale processo penale, si costituirà parte civile. Dal punto di vista disciplinare, azionerà nei confronti del docente il procedimento disciplinare imposto dalla legge per accertare i fatti anche sotto questo profilo. Che è quello che rientra nella sua diretta responsabilità”. La nota dell’Istituto Massimo dopo la vicenda degli abusi sessuali subiti da una studentessa.