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Addio a Carlo Azeglio Ciampi, aveva 95 anni

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Carlo Azeglio Ciampi ci lascia, a breve avrebbe compiuto 96 anni. È deceduto oggi in una clinica romana, all’età di 95 anni. Recentemente era stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico.

La camera ardente aprirà domani, sabato, alle 16 in sala Nassirya a Palazzo Madama. Sarà presente il presidente del Senato, Pietro Grasso. La camera ardente chiuderà alle 20 per poi nuovamente riaprire domenica, dalle 9 fino alle 13.

Le esequie in forma privata si terranno lunedì prossimo, 19 settembre, alle 10.30, nella parrocchia di San Saturnino Martire, nel quartiere Trieste di Roma, frequentata dall’ex Capo dello Stato e distante poche centinaia di metri dalla casa di Ciampi.

E’ stato un economista, banchiere e politico italiano, decimo presidente della Repubblica dal 18 maggio 1999 al 15 maggio 2006. È stato governatore della Banca d’Italia dal 1979 al 1993, presidente del Consiglio dei ministri (1993-1994), Ministro del tesoro e del bilancio e della programmazione economica (1996-1997), quindi Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica (1998-1999).

Primo presidente del Consiglio e primo capo dello Stato non parlamentare nella storia della Repubblica, Ciampi fu anche il secondo Presidente della Repubblica eletto dopo essere stato governatore della Banca d’Italia, preceduto da Luigi Einaudi nel 1948. È stato anche governatore onorario della Banca d’Italia.

La sua candidatura di Presidente della Repubblica venne avanzata da un vasto schieramento parlamentare e in particolare dall’allora Presidente del Consiglio D’Alema che ottenne, durante le trattative, il benestare dell’opposizione di centro-destra, anche se Ciampi, che non era iscritto ad alcun partito, era molto vicino all’Ulivo.

Considerato come figura fondamentale per l’adozione dell’euro e come uno dei ministri più popolari del governo godette anche dell’appoggio del mondo economico e finanziario oltre che della stima dei dirigenti dell’Unione europea.

Il 13 maggio 1999 venne eletto alla prima votazione, con una larga maggioranza (707 voti su 1010), decimo presidente della Repubblica. In questa veste, egli cercò di trasmettere agli italiani quel patriottico sentimento nazionale che deriva dalle imprese del Risorgimento e della Resistenza e che si manifesta nell’Inno di Mameli e nella bandiera tricolore.

Ciampi fu un Presidente che, come avvenuto con Sandro Pertini, ebbe sempre un alto indice di gradimento popolare nei sondaggi fatti dai vari Istituti italiani, con una media oscillante tra il 70 e l’80% (il minimo si registrò con il 67% nel nord-est del Paese), rimanendo sempre, perciò, una delle figure nelle quali gli italiani riponevano la loro fiducia e che rafforzava, con la sua figura istituzionale, lo stesso ruolo del Presidente della Repubblica.

La consorte del Presidente, come raramente era accaduto in passato, fu spesso presente agli incontri che il marito ebbe in Italia e all’estero; “donna Franca”, come è stata chiamata, fece alcune dichiarazioni “fuori dal protocollo”: fecero discutere le sue esternazioni riguardo alla “TV deficiente”, alla bontà e all’affetto dei napoletani (“La gente del sud è più buona e intelligente”). Da più parti a Ciampi fu chiesto di rimanere Capo dello Stato per un secondo mandato ma, per addotte ragioni anagrafiche e di opportunità istituzionale, decise di escludere l’ipotesi di un Ciampi bis al Quirinale. Sia il centro destra, sia il centro sinistra, lo ringraziarono per il suo operato super partes e come garante istituzionale.

Il 10 febbraio 2006 aprì, come da protocollo, i Giochi olimpici invernali di Torino 2006. Il 3 maggio dello stesso anno, con una nota ufficiale dal Quirinale, Ciampi confermò la sua indisponibilità a un settennato-bis: i motivi che lo spinsero a quella decisione furono l’età avanzata e la convinzione che “il rinnovo di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato“.

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