di Antonella Amato – Ferdinando Imposimato si è spento questa mattina al Policlinico Gemelli di Roma. E’ stato un magistrato, politico e avvocato italiano, nonché presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione.
Si è occupato della lotta a cosa nostra, alla camorra e al terrorismo in Italia: è stato infatti giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l’attentato a papa Giovanni Paolo II del 1981, l’omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione.
Aveva un fratello, Franco Imposimato, ucciso dalla camorra nel 1983. Si occupò della difesa dei diritti umani, ed è sempre stato impegnato nel sociale. Fu scelto per il riconoscimento di “simbolo della giustizia” dall’ONU, in occasione dell’anno della gioventù. Dopo l’omicidio del fratello, il presidente della Repubblica Sandro Pertini riceve al Quirinale il giudice Ferdinando Imposimato per esprimergli la sua solidarietà non solo come Presidente della Repubblica ma anche come presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Nel 1984 viene designato come rappresentante dell’Italia a Strasburgo per i problemi del terrorismo internazionale con abuso delle immunità diplomatiche e redige la “mozione finale” approvata all’unanimità dai rappresentanti dei 16 paesi dell’Europa.
In seguito alle continue minacce di Cosa Nostra fu costretto a lasciare la magistratura, divenne consulente legale delle Nazioni Unite nella lotta alla droga. Infatti fu collaboratore e consulente di Don Pierino Gelmini, direttore di 150 comunità terapeutiche per il recupero di tossicodipendenti, in Italia ed all’estero. Si occupò inoltre del lavoro dei detenuti per la comunità in collegamento con l’associazione “Liberi di San Vittore”.
Quale giudice istruttore istruisce alcuni tra i più importanti casi di terrorismo tra cui il processo Aldo Moro, l’attentato al Papa, l’omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Vittorio Bachelet, la strage di Piazza Nicosia, coniugando la legislazione speciale emanata durante gli anni di piombo con il rispetto dei diritti civili. Fu lo scopritore della pista bulgara in Europa e delle connessioni internazionali del terrorismo.
Fu il primo a parlare delle connessioni del terrorismo italiano con i servizi segreti israeliani e della presenza nel caso Moro del KGB (tesi ribadita, vent’anni più tardi, all’interno del dossier Mitrokhin). Si occupa di processi contro mafia e camorra. Tra gli altri istruisce il caso di Michele Sindona, il banchiere siciliano legato a Cosa Nostra, accusato di bancarotta fraudolenta per il fallimento di banche italiane e straniere (la Franklin Bank di New York). Istruì il processo alla banda della Magliana, al terrorismo, ad alti prelati, a finanzieri, a usurai, a costruttori, a politici ed amministratori. Nello stesso anno il regista Francesco Rosi girò il film Tre fratelli, che si ispira alla vita del giudice Ferdinando Imposimato, e dei due fratelli, l’uno direttore del carcere e l’altro operaio.
Ferdinando Imposimato venne eletto nelle liste del Partito Comunista Italiano al Senato della Repubblica e nel 1992 alla Camera dei deputati. Nel 1994 venne nuovamente eletto al Senato. Per tutte e tre le legislature fu membro della Commissione Antimafia e presentò numerosi disegni di legge sulla riforma dei servizi segreti, sugli appalti pubblici, sui trapianti, sui sequestri di persona, sui pentiti, sul terrorismo e sulla dissociazione.
Nel 2008 scrisse il libro Doveva morire. Chi ha ucciso Aldo Moro, che tiene viva la memoria e contribuisce a chiarire uno degli episodi più tragici e sconvolgenti della storia repubblicana, la strage di via Fani, il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro. Nel 2012 dà alle stampe La Repubblica delle stragi impunite, che descrive il legame che unisce le stragi indiscriminate che hanno scandito la vita dell’Italia repubblicana, come la strage di Portella della Ginestra (maggio 1947), strage di piazza Fontana (dicembre 1969), strage di piazza della Loggia (maggio 1974), la strage dell’Italicus (agosto 1974), l’agguato di via Fani (marzo 1978), la strage di Bologna (agosto 1980), l’attentato dell’Addaura (giugno 1989), la strage di Capaci (maggio 1992) e la strage di via D’Amelio (luglio 1992). Promosse la ricerca di verità alternative a quelle processuali in alcuni casi celebri (Marta Russo, caso Carlotto, caso Sofri, ecc.). Inoltre fu il legale italiano di Chico Forti, italiano detenuto negli Stati Uniti dal 2000.
Dopo il rientro nei ranghi della magistratura italiana è stato giudice della Suprema Corte di Cassazione, dove viene nominato Presidente onorario aggiunto. Nel 2013 è stato preso in considerazione dal Movimento 5 Stelle, assieme ad altri nomi, per l’elezione a Presidente della Repubblica.
Un mese dopo Imposimato affermerà pubblicamente di non essere un aderente al Movimento 5 Stelle ma di riconoscerne il merito di aver denunciato la paralisi e l’impotenza del Parlamento. I funerali si svolgeranno a Roma.
Articolo pubblicato il: 2 Gennaio 2018 13:42