“La Croce e la svastica. Il pontificato di Pio XII tra silenzi e complicità” (D’Amico editore), è il titolo del libro scritto da Nico Pirozzi e Ottavio Di Grazia presentato a Napoli al Maschio Angioino nella sala della Loggia. L’incontro è stato moderato egregiamente da Enrica Procaccini e ne hanno discusso insieme agli autori Lucia Valenzi e Marco Cillo.
Il libro verte sulla figura di Papa Pio XII, del quale viene analizzato il discusso pontificato, avvenuto negli anni più bui della storia dell’umanità, ovvero quelli della Seconda Guerra Mondiale e della Shoah, visto che iniziò nel 1939 (andando avanti fino alla sua morte, nel 1958).
Papa Pio XII venne a conoscenza dello sterminio degli ebrei sin dall’inizio grazie alla rete di prelati e diplomatici cattolici che lo tenevano costantemente informato. Più di ottomila pagine di documenti vaticani consultabili lo dimostrano. Sono riportate date, luoghi, nomi.
Un racconto molto dettagliato che vuole scuotere le coscienze dei cattolici ma soprattutto della Chiesa che è rimasta inerme di fronte ad un simile massacro. Non solo. Si è resa anche complice favorendo la fuga di coloro che erano stati responsabili dell’annientamento degli ebrei nei centri di sterminio. Un olocausto che non trova nella storia altri esempi a cui possa essere paragonato, per le sue dimensioni e per le caratteristiche organizzative e tecniche dispiegate dalla macchina di distruzione nazista.
Tutti possiamo sbagliare ma non la Chiesa che è stata istituita da Gesù Cristo per la salvezza di tutte le genti e che questo scopo dovrebbe essere divulgato con gli insegnamenti e l’amministrazione dei sacramenti attraverso cui Dio garantisce la grazia.
Nel libro gli autori si soffermano su alcune domande sulle quali tutti siamo chiamati a riflettere: “Ci si deve chiedere se la persecuzione del nazismo nei confronti degli ebrei non sia stata facilitata dai pregiudizi antigiudaici presenti nelle menti e nei cuori di alcuni cristiani. Il sentimento antigiudaico rese forse i cristiani meno sensibili, o perfino indifferenti, alle persecuzioni lanciate contro gli ebrei dal nazionalsocialismo quando raggiunse il potere? I cristiani offrirono ogni possibile assistenza ai perseguitati, e in particolare agli ebrei?”.
Molti per paura non si lasciarono coinvolgere. Altri con grande coraggio riuscirono a nascondere e salvare molti ebrei.
“Un papa (Eugenio Pacelli) che nei suoi discorsi pubblici – spiegano gli autori – non pronunciò mai la parola “ebrei”. A condizionarne le scelte furono probabilmente venti secoli di antigiudaismo e l’errata convinzione che ebraismo e comunismo fossero le due facce di una stessa medaglia.
A confermare in parte questa tesi – sostengono Pirozzi e Di Grazia – sono soprattutto le oltre ottomila pagine degli “Atti e documenti della Santa Sede durante la seconda guerra mondiale” selezionati da una commissione di storici gesuiti voluta da papa Paolo VI allo scopo di scagionare dalle accuse mosse dall’autore dell’opera teatrale “Il Vicario” Pio XII”.
Il libro è pieno di interessanti documenti dell’epoca, frutto di un lavoro lungo ben due anni, attraverso i quali gli autori hanno ricostruito una delle pagine più buie dell’umanità.
Dopo la presentazione a Napoli il prossimo appuntamento si terrà a Salerno, domani 17 marzo alle 18, nella Libreria Imagine’s Book di corso Garibaldi.
Articolo pubblicato il: 16 Marzo 2022 19:10