EnArt ritorna in scena al Nuovo Teatro Sanità (Piazzetta S. Vincenzo 1 a Napoli) per questo nuovo lavoro di sconcertante attualità, raccontando una storia di solitudine e privazioni che i protagonisti sono costretti ad affrontare tutte le notti, cercando di aiutare il loro amico e collega, disperato e soffocato da una società senza valori e senza speranza.
Giuseppe, operaio della Met.Cup. si chiude nell’unico bagno disponibile della fabbrica, sconfortato dalla sua enorme tragedia familiare. Michele e Salvatore, suoi colleghi, provano a “tirarlo fuori”, facendo leva sulle loro esperienze, decidendo di “rubare” un’ora di lavoro al proprio turno di notte pur di aiutare il compagno in difficoltà.
Un momento scippato alla società che li costringe a vivere come automi, simili alle macchine che sono costretti a controllare ogni giorno. Un gioco teatrale nel quale i protagonisti metteranno a nudo le loro vite tra sogni infranti e desideri incompiuti. La fabbrica diventa lo specchio di una società che è in piena “dismissione”, citando uno dei racconti più belli di Ermanno Rea. Una stupida faccenda di sentimenti, di rimpianti, di nostalgie spesso regredite in nevrosi, al punto da diventare grottesche, tragicamente fantozziane.
Il lavoro, o meglio, un modo di intenderlo, che condiziona in assenza o in presenza tutti gli aspetti della vita dell’uomo moderno e si configura come elemento di destabilizzazione dei rapporti sociali. Interpretato dagli attori Mario Cangiano, Mauro Di Rosa e Fabio Rossi con la regia Pako Ioffredo e la collaborazione artistica di Demi Licata, questo spettacolo punta l’attenzione anche sull’importanza del tempo, e sulla sua incapacità di soddisfare le esigenze più semplici di una vita normale e felice.
Questo il commento dell’autore/attore Mauro Di Rosa: “Un elogio al tempo, alla sua “consistenza” e di come essa muti a seconda del vissuto di un singolo soggetto. Gli studi sui testi ” De brevitate vitae” di Seneca, “L’utilità dell’inutile” di Nuccio Ordine e la “Dismissione” di Ermanno Rea, hanno dato vita ai due operai, Salvatore e Michele, che si trovano ad affrontare una situazione di straordinarietà che irrompe con violenza nella monotonia di un turno di notte in fabbrica.
La rottura di un tempo abitudinario li mette a nudo di fronte alle fragilità delle loro vite e all’inesorabilità del suo scorrere.” Le scene sono state curate da Federico Paparone e le luci da Alessandro Messina; prodotto da EnArt.
Durata dello spettacolo: 70 minuti circa
Articolo pubblicato il: 15 Marzo 2018 1:06