L’acquisizione di questo nuovo macchinario rientra nel progetto di innovazione tecnologica ed ulteriore crescita della qualità della offerta assistenziale chirurgica del Pascale già avviata nel 2012 con l’acquisizione del primo robot da Vinci® SI.
Da allora migliaia sono stati i pazienti, provenienti da tutta Italia, curati e guariti in varie discipline; ma ancora tanti, sono i pazienti campani che per ottenere un trattamento mininvasivo scelgono di andarsi a curare lontano dai propri cari per ridurre i tempi di attesa.
L’acquisto del secondo dispositivo operativo rende l’Istituto Pascale l’unico nosocomio in Campania ed in tutto il Sud Italia (assieme con Ospedale Generale Regionale F. Miulli di Acquaviva delle Fonti) a poter disporre di due sistemi robotici per la chirurgia minivasiva ed è un importante passo verso l’adeguamento ed omogeneizzazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) nel territorio regionale rispetto a quello nazionale garantendo, di fatto, il Diritto alla Salute del cittadino a casa propria.
–Questo trend – dice il direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi – è contemporaneamente conseguenza e motore del continuo sviluppo ed innovazione dei piani diagnostici terapeutici-assistenziali adottati dall’ Istituto Nazionale dei Tumori e sicuramente consentirà una ulteriore crescita della offerta assistenziale ai cittadini.-
Il robot Da Vinci e la chirurgia robotica in tutta l’Italia si sono diffusi notevolmente in questi anni, insieme agli Stati Uniti, Francia, Germania e Spagna. Questi paesi sono quelli che maggiormente fanno uso dei robot in sala operatoria, stando ai dati forniti da Intuitive Surgical, la multinazionale americana che progetta e commercializza Da Vinci in tutto il mondo. Quindici anni fa circa,gli interventi in sala operatoria realizzati con l’ausilio di un robot erano di notevole interesse e curiosità . Dal 1999 l’azienda è diventata il più noto partner dei chirurghi in sala operatoria, Da Vinci, chiamato così in omaggio al genio di Leonardo è già operativo da 15 anni su tutto il territorio.
Questa importante macchina non agisce in sala operatoria in totale autonomia, ma ci sono dei chirurghi che vengono formati per imparare a utilizzarlo e guidare le operazioni e le fasi di intervento. Il Robot in questione è costituito da tre parti principali: la console chirurgica, centro di controllo manovrato dal chirurgo; il carrello paziente ,la base operativa formata da 4 braccia che effettuano movimenti a 360 gradi ed il carrello visione, contenente l’unità centrale in 3D di elaborazione dell’immagine tridimensionale ad altissimo ingrandimento. Il Robot permette una precisione estrema negli interventi di chirurgia, riducendo notevolmente i tagli e le incisioni con una degenza post operatoria più breve.
L’esecuzione di interventi che consentono di superare i limiti dovuti alla difficoltà di trattare, con la laparoscopia, in sedi anatomiche difficili da raggiungere; riduzione del numero di operatori, con il chirurgo in console per effettuare le manovre delle braccia meccaniche ed un assistente nei pressi di queste ultime e del paziente; perfezionamento delle operazioni che necessitano il confezionamento di suture complesse. I benefici ottenuti sono diversi sia per il paziente che per l’ospedale. Infatti si riducono i tempi di degenza, ed il paziente può tornare più in fretta al lavoro.
Anche i costi di manutenzione annui sono alti, circa 130 mila euro, ma potrebbero essere abbattuti da un aumento degli interventi ma soprattutto dal miglioramento delle competenze. Questo perché per utilizzare questi robot sono necessari almeno due anni di apprendistato e chi è formato può a sua volta formare altri colleghi, ma occorre anche tanto amore nei confronti dell’ammalato se si vuole migliorare. Con questa nuova tecnologia innovativa si fa spazio a un nuovo tipo di medicina chirurgica che potrebbe aiutare tante vite umane e che potrebbe ridare lustro alla medicina e alla Sanità italiana.
Articolo pubblicato il: 7 Agosto 2018 14:41