E’ tutto pronto dunque per questa nuova edizione del Ravello Festival 2019, che alla sua 67esima edizione, propone un vasto e ricco programma musicale articolato, secondo la tradizione, in cinque sezioni per un periodo più lungo del solito visto che il festival è articolato in numero maggiore di mesi e di stagioni, sottolineando ancor di più l’importanza di tale manifestazione che meritava già da tempo di abbracciare un periodo più lungo del solito.
Una delle proposte nuove che quest’anno caratterizzerà il Ravello Festival è senza dubbio l’assenza di orchestre straniere, per un motivo molto semplice: questa edizione è stata creata per valorizzare le Orchestre Italiane.
Si tratta in definitiva di un omaggio ai compositori e alle orchestre del cosiddetto “Bel Paese”, dove la cospicua proposta sinfonica è concentrata prevalentemente nei mesi di luglio e di agosto, ospitando rigorosamente orchestre solo italiane, dirette quasi tutte da direttori altrettanto italiani.
“Ravello palcoscenico d’Italia” e “festival-sistema” dunque, sottolineati dagli interventi di Mauro Felicori, Commissario della Fondazione Ravello e Rosanna Purchia, Sovrintendente del Teatro di San Carlo, la cui stretta collaborazione fatta di costruttive e lodevoli sinergie, hanno permesso la realizzazione di un festival che si preannuncia denso di successi e ricco di proposte musicali di altissimo livello.
Proposte che sono state illustrate con chiarezza e professionalità dal Direttore Artistico del Teatro San Carlo Paolo Pinamonti che è partito da Alfredo Casella che così scriveva sulle pagine del giornale “The Scienze Monitor” del 12 aprile 1930, presso il quale collaborò dal 1925 al 1946: “Oggi, al contrario, la musica più audace può essere presentata in questa città in condizioni decisamente più serene rispetto a Milano o a Roma.
Per molti anni, Napoli ha avuto società concertistiche di eccellente livello. E non bisogna dimenticare che questa città è stata piuttosto fortunata per aver avuto alla testa della propria istituzione musicale un uomo come Giuseppe Martucci, una guida mirabile che ogni giorno appare più chiaramente come il vero iniziatore di tutta l’ampia rinascita musicale che oggi ispira l’Italia”.
Partendo da queste profonde riflessioni di Casella si può arrivare a delineare con una certa facilità al programma musicale che è stato approvato in questa edizione del “Ravello Festival 2019”.
E aggiunge Pinamonti: un “Festival” non tanto o solo semplice palcoscenico di grandi concerti, quanto un “Festival” che sappia riannodare i fili con l’origine tutta novecentesca di queste manifestazioni musicali, ora ampiamente diffuse e un po’ omologate in tutta Europa, ossia quella di un ciclo di concerti che, nella sua articolazione, sappia offrire una serie di spunti di riflessione anche conoscitiva, in questo caso, tra la grande tradizione strumentale italiana, attualmente poco frequentata, e il grande sinfonismo europeo.
Un’altra importante novità che troviamo in questa nuova edizione è certamente la stretta collaborazione che il Ravello Festival ha intrapreso con il Teatro San Carlo di Napoli, partner istituzionale della Fondazione Ravello, che aprirà il festival il 30 giugno prossimo, affidando al maestro Juraj Valčuha la direzione dell’Orchestra del Teatro di San Carlo.
All’Orchestra del teatro di San Carlo, che torna con grande piacere a Ravello dopo il trionfale debutto di tre anni fa, oltre al citato concerto inaugurale, viene affidato anche il concerto del 18 luglio, con un omaggio alle musiche per film attraverso alcuni dei suoi maggiori autori di questo “genere” musicale come Rota e Williams, che saranno accostati al grande Gershwin.
La chiusura del festival sarà invece affidata all’Orchestra Filarmonica della Scala, diretta da Lorenzo Viotti, in programma il 31 agosto, con musiche di Rossini, Puccini e Dvorak.
l’Orchestra del Teatro Carlo Felice, diretta da Wayne Marshall(21 luglio), l’Orchestra del Teatro Massimodi Palermo diretta da Gabriele Ferro (28 luglio), l’Orchestra del Teatro comunale di Bologna diretta da Pietari Inkinen(4 agosto), l’Orchestra filarmonica “Giuseppe Verdi” di Salerno sul palco per il Concerto all’Alba dell’11 agosto diretta da Lorenzo Passerinie da Ryan McAdmasil 20 agosto, l’Orchestra sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano diretta da Claus Peter Flor(23 agosto) e l’Orchestra Filarmonica “Gioachino Rossini”diretta da Donato Renzetti(25 agosto).
Con la simpatica denominazione “Le note di Sigilgaita” si vuole contraddistinguere un’altra sostanziale novità di questo festival: la sezione organistica. Questa nuova importante innovazione musicale, prevede un ciclo di concerti che si svolgeranno nel Duomo di Ravello dove è conservato il busto marmoreo della nobildonna sposa di Nicola Rufolo, una copia del quale, con animazione digitale, accompagna i visitatori nella Torre museo di Villa Rufolo.
Vista l’importanza che riveste il Duomo di Ravello e soprattutto della presenza del suo storico e prestigioso organo, gli organizzatori hanno deciso di allargare il “bacino” del Festival, inserendo nella regolare programmazione dello stesso, alcuni dei più grandi protagonisti della musica organistica mondiale come Bernard Foccroulle(24 luglio), Olivier Latry(29 agosto), Andrea Macinanti(12 settembre), Michel Bouvard(20 settembre) e Luca Scandali(11 ottobre).
Questa sezione accoglierà il pubblico nella Sala dei Cavalieri, tra i fiori dei mille colori mediterranei che incantarono il genio di Lipsia, con tutti i concerti proposti a mezzanotte e con una maratona del pianista Pierre Laurent Aimard che si esibirà tra Scala e Ravello.
Ad esibirsi ci saranno il Quartetto Guadagnini, l’Odhecaton Ensemble, il duo Cimmino, Ferro, il Gruppo Ocarinistico Budriese, Simone Rubino, il Quintetto di Fiati e il Quartetto d’archi del Teatro di San Carlo di Napoli con Giuseppe Albanese, al pianoforte.
Una grande e lodevole novità, già partita il 17 aprile scorso, è senza dubbio l’occasione offerta ai giovani allievi dei Conservatori campani e di altre città ospiti di esibirsi a Ravello, uno dei luoghi privilegiati per la musica, che diventa così anche incontro tra alta formazione accademica e attività professionale. “La meglio gioventù”, questo il titolo della sezione curata da Antonio Marzullo, Segretario artistico del teatro Verdi di Salerno, altro importante partner della Fondazione, ospiterà (ad eccezione dei mesi di luglio e agosto) solisti, cori e orchestre dei conservatori per un repertorio classico, con incursioni jazz, che porteranno il Festival fuori dalle mura di Villa Rufolo disseminando il talento emergente nelle piazze, negli slarghi, nei giardini, nell’auditorium e nelle tante splendide storiche chiese di Ravello.
In cartellone ci saranno incursioni giovanili anche nei mesi estivi con i concerti de La choeur et orchestre de la Sorbonne universitè diretti da Sébastien Taillard(11 luglio); dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubinidiretta da Jean Efflam Bavouzet(14 luglio) e dell’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Jérémie Rhorer (18 agosto).
Fuori programma due appuntamenti extra con la collaborazione della Città della Scienza di Napoli che propone due incontri di grande attualità interattivi con il pubblico. Il primo incontro (16 luglio), omaggio all’allunaggio di cui quest’anno ricorre il cinquantenario, sarà una serata di osservazione del cielo con una maratona notturna di musica, poesia e telescopi. La seconda serata (23 luglio), invece, guarda al tema dell’intelligenza artificiale e alla robotica, tra scienza e fantascienza.
Il Ravello Festival si presenta quest’anno con una nuova identità visiva, curata da Pino Grimaldi. Il progetto è impostato su un doppio protagonismo, il logotipo “Ravello” e la sintesi monogrammatica della “R” inscritta nel pittogramma dell’infinito, (tratto dall’ambone del 1130 presente nella Cattedrale). Il brand completo accorpa tre soggetti: la Fondazione, la Villa Rufolo, il Festival. Il senso che si è voluto dare al progetto (documentato in un ampio brand book) è la valorizzazione del tema Ravello.
Articolo pubblicato il: 30 Aprile 2019 9:52