Alexandra Dovgan e l’Orchestra del Teatro di San Carlo diretta da Dan Ettinger sono i protagonisti del nuovo appuntamento della Stagione di Concerti in programma venerdì 16 giugno alle ore 19 al Massimo napoletano.
Nata nel 2007 in una famiglia di musicisti, Alexandra Dovgan torna al Teatro di San Carlo dopo la partecipazione al Festival pianistico dello scorso anno. Inizia i suoi studi di pianoforte all’età di quattro anni e mezzo e il suo straordinario talento viene subito notato quando a cinque anni entra già nella rinomata Scuola Centrale del Conservatorio di Mosca dove attualmente studia sotto la guida di Mira Marchenko.
Alexandra Dovgan è vincitrice di cinque concorsi internazionali, tra questi il Concorso Internazionale Vladimir Krainev a Mosca, il Concorso Internazionale “Astana Piano Passion” e il Concorso internazionale Televisivo per Giovani Musicisti “Nutcracker”. Nel maggio del 2018, non ancora undicenne ha vinto il Grand Prix del II° Concorso Internazionale per Giovani Pianisti “Grand Piano Competition” di Mosca (direttore artistico Denis Matsuev).
Le immagini del suo concerto hanno fatto il giro del mondo sui canali tv e web emozionando musicisti e amanti del pianoforte. Primo brano in locandina è il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Fryderyk Chopin, composto tra il 1829 e il 1830 e presentato a Varsavia il 17 marzo 1830 dallo stesso autore. Assieme al Concerto n.1 è considerata un’opera giovanile, influenzata dallo stile cosiddetto “Biedermeier” ovvero uno stile molto melodico e cantabile in cui esecutori esperti trovassero occasione per esibire le loro doti virtuosistiche.
In entrambi i concerti – il cui ordine di pubblicazione, peraltro, è invertito rispetto a quello di composizione, nel senso che il Concerto n° 1 in mi minore op. 11 fu in realtà composto l’anno successivo al Concerto op. 21 – la funzione della parte orchestrale è limitata all’accompagnamento del solista.
Per il resto le due opere differiscono, e questo Concerto è percepito e definito come più “intimo e nervoso” rispetto all’altro; diversa fu anche la loro fortuna, visto che il Secondo Concerto, nonostante fosse il preferito ed il più eseguito dal compositore, fu ripreso più raramente da altri pianisti. Nella seconda parte del concerto sarà eseguita la Sinfonia n. 9 in mi minore “Dal nuovo mondo” di Antonín Dvořák, l’ultima e sicuramente più famosa sinfonia del compositore ceco, scritta tra il 1892 e il 1893 a New York e detta “Dal Nuovo Mondo”, perché ispirata alle musiche popolari americane, come gli spirituals d’origine afroamericana e i canti popolari dei pellerossa, rielaborate attraverso il linguaggio musicale europeo.
La svolta internazionale della carriera di Dvořák avvenne nel 1884, quando il compositore si recò per la prima volta in tournée in Inghilterra, riportandone un bel successo personale. Forte e significativo fu questo legame con la Gran Bretagna, dove Dvořák si sarebbe recato molte altre volte, così come significativa sarebbe stata anche la relazione con la grande ex-colonia britannica, gli Stati Uniti, ossia il “Nuovo mondo”.
In effetti sia al pubblico che ai critici anglosassoni piaceva particolarmente la sua produzione sinfonica, tutta peraltro ascrivibile al decennio Ottanta-primi anni Novanta: ben nove sinfonie (si noti il numero, che è ovviamente simbolico) delle quali, però, solo le ultime cinque fanno parte del repertorio. Il programma odierno presenta due capolavori dell’Ottocento europeo distanti tra loro oltre mezzo secolo. Quello che unisce i due compositori, Chopin e Dvořák, è l’esplorazione di mondi ai loro tempi poco esplorati, per il pianoforte come per l’orchestra.