Napoli: al Vomero, in via Luca Giordano, chiude la profumeria Lupicini. Dopo molti anni di attività scompare un altro pezzo di storia del quartiere.
“Continua, senza sosta, la scomparsa dei più antichi negozi del quartiere partenopeo del Vomero, al cui posto, segnatamente nei tratti pedonalizzati di via Scarlatti e di via Luca Giordano, quasi sempre, sorgono attività per la somministrazione di cibi e bevande, che, con la presenza di gazebo, tavolini e sedie, hanno di fatto trasformato il quartiere collinare della Città, un tempo conosciuto come “quartiere dei broccoli” per la presenza di vasti appezzamenti di terreno, dove si coltivava questo ortaggio, in un vero e proprio fast food a cielo aperto. Purtroppo, in linea con questa tendenza, dopo molti anni di attività, di recente ha chiuso un altro negozio che per lustri ha rappresentato un pezzo di storia del quartiere, si tratta della profumeria Lupicini, posta ai civici 67 b c di via Luca Giordano, in alcuni locali terranei del fabbricato ad angolo con via Solimena. Stamani era già al lavoro la ditta incaricata per la nuova destinazione dei lavori che, stando a quando si vocifera, dovrebbe essere l’ennesimo pubblico esercizio per la ristorazione, un’attività che, come oramai accade sempre più di frequente, non ha nulla a che vedere con quella che si svolgeva in precedenza “.
“Purtroppo, nel silenzio delle istituzioni preposte – prosegue Capodanno -, aziende che, in tanti lustri di vita, hanno reso famosi gli esercizi commerciali di tradizione del Vomero, continuano a scomparire. E l’elenco si aggiorna e si allunga continuamente con una preoccupante cadenza ravvicinata. Negli ultimi anni hanno chiuso il Bagaglino, Abet, Coppola, Daniele, il negozio di fiori Cimmino, nel solo tratto pedonalizzato di via Scarlatti, le librerie Guida in via Merliani e Loffredo in via Kerbaker. Questo, per ricordarne solo alcune, tra le più rinomate e conosciute, ma l’elenco è molto più consistente “.
“Una trasformazione quella settore commerciale vomerese che ha subito un’improvvisa ed emblematica impennata dall’inizio di questo secolo – sottolinea Capodanno -. Al posto delle botteghe artigianali e di esercizi commerciali di antiche tradizionali famiglie vomeresi, che si trasmettevano di padre in figlio, sono arrivate attività di ogni tipo, principalmente però a carattere gastronomico, con bar, gelaterie, pasticcerie, ristoranti e paninoteche. Una tendenza che si è acuita durante il periodo della pandemia e che non sembra arrestarsi. Una trasformazione che, per tante implicazioni, anche di natura economica, meriterebbe certamente un’attenzione e un’analisi più approfondita da parte degli enti e degli uffici a tanto preposti”.