Cultura & Spettacolo

Alexander Lonquich in concerto per l’Associazione Scarlatti

Beethoven e Schubert per il concerto di Alexander Lonquich, in programma giovedì 22 febbraio, al Teatro Sannazaro di Napoli, per la Stagione Concertistica 2023/2024 dell’Associazione Scarlatti.

Un gradito e atteso ritorno quello di Alexander Lonquich protagonista, giovedì 22 febbraio (ore 20.30) al Teatro Sannazaro di Napoli, del prossimo concerto della stagione musicale dell’Associazione Alessandro Scarlatti presieduta da Oreste de Divitiis. 

Eccellente pianista raffinato ed elegante, è considerato tra i maggiori interpreti del nostro tempo, imponendosi all’attenzione internazionale nel 1977 vincendo il prestigioso Concorso Casagrande di Terni.

A questo premio, e unitamente ad un’intensa attività concertistica (tra Europa, Stati Uniti e Giappone), seguono tanti altri importanti riconoscimenti quali il “Diapason d’Or”(in Francia), il “Premio Abbiati 2016 – miglior solista”(in Italia) e il “Premio Edison” (in Olanda). Nato in Germania, Alexander Lonquich si è imposto sulla scena musicale internazionale vincendo, nel 1977, il Concorso Casagrande di Terni.

Ha collaborato con direttori quali Claudio Abbado, Kurt Sanderling, Ton Koopman, Emmanuel Krivine, Heinz Holliger, Marc Minkowski. Come direttore e solista si esibisce regolarmente con Camerata Salzburg, Royal Philharmonic, Deutsche Kammerphilarmonie, Mahler Chamber, Filarmonica della Scala e Orchestra da Camera di Mantova. In duo pianistico con la moglie Cristina Barbuti si è esibito in Italia, Austria, Svizzera, Germania, Norvegia e USA.

Intensa la sua attività didattica in Europa, Stati Uniti ed Australia. Ha collaborato con l’Accademia Pianistica di Imola, l’Accademia Musicale Chigiana e la Hochschule für Musik di Colonia. Nel 2013 ha creato Kantoratelier, un piccolo spazio teatrale dove psicologia, musica e teatro vengono approfondite grazie a laboratori, seminari e concerti.

In questo suo concerto qui a Napoli, il pianista eseguirà due difficili e impegnativi brani della letteratura pianistica romantica: le Variazioni in do maggiore su un valzer di Diabelli op. 120 di Ludwig van Beethoven e la Sonata in si bemolle maggiore D. 960 di Franz Schubert.

Due opere di grande interesse – sottolinea Tommaso Rossi, direttore artistico della Scarlatti –  che accomunano in un’unica sequenza l’ultimo Beethoven e l’ultimo Schubert. Opere che, seppur scritte nello stesso periodo, rappresentano forse la punta di maggiore discontinuità tra la produzione musicale di questi due geniali compositori.  

Schubert non incontrerà mai Beethoven anche se, tra il 1816 ed il 1827, entrambi vivono e sono attivi a Vienna. Diversi gli ambiti, le frequentazioni, l’età (27 anni di differenza tra i due) e il carattere, due grandi compositori con un Beethoven all’apice del successo e della maturità artistica, a tal punto da “intimidire” il giovane e tenero Schubert che, impressionato dal genio indiscusso del suo musicista contemporaneo, risente molto e indirettamente della sua immensa capacità compositiva che ammirava più di ogni altra cosa: tuttavia quando Beethoven scomparve nel 1827, bastò un solo anno a Schubert (morirà l’anno dopo, nel 1828) per comporre alcuni dei suoi più grandi e famosi lavori musicali, libero ormai dalla presenza incombente del più grande genio di tutti i tempi anche se i riferimenti e gli omaggi alla musica beethoveniana depositati nella musica di Schubert sono inequivocabili. 

Ed è proprio il concerto di Alexander Lonquich ad offrire la curiosa circostanza che, in qualche modo, accosta e consegna contemporaneamente alle cronache entrambi i nomi di questi due grandi musicisti. Si tratta proprio delle “variazioni” che, nel 1819, il musicista-editore Anton Diabelli, partendo da un valzer di sua composizione, propose a tutti i compositori austriaci in attività: oltre a quello di Beethoven – che gli presentò la sua “monumentale” opera – fra i tanti nomi (da Czerny, Hummel, Kalkbrenner, Moscheles, fino ad un giovanissimo Liszt) c’è anche quello di Schubert. 

Le “Variazioni Diabelli op. 120”, che rappresentano la conclusione del rapporto quasi simbiotico che Beethoven ebbe con il pianoforte, sono considerate, per la dimensione dell’opera e la sua importanza nella storia della musica occidentale, l’ultima, grande, sperimentazione del compositore di Bonn. Allo stesso modo, la “Sonata in si bemolle maggiore D. 960” di Schubert, si ritiene possa definirsi un vero e proprio compendio di tutto ciò che viene considerato come peculiare dello stile pianistico dell’autore viennese.

Biglietti: euro 25 platea, euro 18 galleria (ridotto under 30 euro 12). Informazioni: www.associazionescarlatti.it

Associazione Alessandro Scarlatti

“CON LA TESTA NELLA MUSICA”

STAGIONE CONCERTISTICA 2023/2024

Napoli – Teatro Sannazaro, Teatro Acacia, Teatro Mercadante

ottobre 2023 / aprile 2024

Giovedì 22 febbraio 2024, Teatro Sannazaro – ore 20.30

ALEXANDER LONQUICH, pianoforte 

Programma

  • Ludwig van Beethoven, Variazioni in do maggiore su un valzer di Diabelli, op. 120
  • Franz Schubert, Sonata in si bemolle maggiore, D. 960

Articolo pubblicato il: 21 Febbraio 2024 20:22

Carlo Farina

Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.