Il batterio sospetto, Legionella pneumophila è la causa di alcuni casi di polmonite, una infezione polmonare molto seria, casi che si stanno registrando nel bresciano. La procura, visti i numeri e la mancanza di certezze sull’origine e la diffusione del focolaio, ha aperto un’inchiesta per epidemia colposa.
Fino alle 20 di lunedì 10 settembre – ha detto l’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, facendo il punto – vi sono stati 235 accessi al pronto soccorso, con 196 sono persone attualmente ricoverate e 12 che hanno rifiutato il ricovero o sono state dimesse. Due i pazienti deceduti, uno con diagnosi accertata di legionellosi”, riscontrata complessivamente in 12 persone. Il batterio colpisce l’apparato respiratorio e si può presentare in due forme distinte:
Sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali come le acque sorgive, quelle termali, fiumi, laghi, fanghi. Da questi ambienti raggiungono le condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, le fontane e piscine, che possono come disseminatori del microrganismo. La legionellosi viene poi acquisita per via respiratoria mediante inalazione, aspirazione o microaspirazione di aerosol contenente il batterio, oppure di particelle derivate per essiccamento
I soggetti più a rischio sono i fumatori, persone anziane debilitate o che hanno malattie croniche o pazienti immunodepressi, correlato alla suscettibilità del soggetto esposto. Dopo un periodo di incubazione (in media 5-6 giorni), si manifesta come una polmonite infettiva e nei casi gravi con febbre, dolore toracico, dispnea e tosse produttiva. Si cura con una terapia antibiotica.
Come detto prima questa tipologia di batteri vivono nei laghi, fiumi, vasche d’irrigazione, fanghi e nelle acque sorgive e termali, ma di solito la quantità presente non crea assolutamente nessun problema all’organismo. Se invece sono presenti fattori che ne favoriscono la facile proliferazione, allora aumentano le concentrazioni e ciò potrebbe creare seri problemi.
La legionella resiste e si diffonde con livelli compresi tra 20 e 50 gradi. Con il freddo abbiamo la fase dormiente che è quella inattiva e sopravvivono anche al di sotto dei 20 gradi. A 50 gradi, il caldo li uccide immediatamente.
A questo punto ci viene facile pensare alle misure preventive di disinfezione ed alla necessità di bonifica degli impianti non in uso per diversi mesi. Basta utilizzare acqua calda ad almeno 70 gradi.
Le Linee guida per la prevenzione ed il controllo della Legionella hanno tranquillizzato e posto sicuramente una maggior attenzione alla problematica, puntando alla sicurezza e controlli soprattutto degli impianti idrici di alberghi, strutture con acque termali, le piscine, le vasche idromassaggio, i residence, i centri benessere, le saune, tutte le aree estremamente a rischio per la contrazione del batterio.
Sfatiamo le false credenze e tranquillizziamo dicendo che il batterio non passa da persona a persona, né con il cibo e né bevendo acqua
Articolo pubblicato il: 21 Settembre 2018 10:40