Arriva su Netflix Atlered Carbon, serie fantasy basata sul romanzo di Richard K. Morgan, che portera’ gli spettatori in un salto avanti di 300 anni.
L’immortalità ha un prezzo? Ma se finisci col risvegliarti in un secolo che non è quello che ti aspettavi, dove la coscienza è digitalizzata, i corpi umani sono interscambiabili e la morte non è più permanente, come ti comporti? Dal 2 febbraio sbarca su Netflix Altered Carbon, la serie tv tratta dal famoso romanzo noir cyberpunk di Richard K. Morgan. La coscienza di ogni essere umano è immagazzinata in un supporto posizionato nella spina dorsale. Basta assicurarsi di non distruggere il dispositivo alla base del collo.
Un mistery noir fantascientifico, tra omicidi, combattimenti inframezzati da arti marziali, amore, sesso e tradimenti. Che si svolge in un mondo futuro in cui la morte ha ormai perso ogni significato. Il romanzo è ambientato tra 300 anni, in un universo dove le persone possono trasferire la loro coscienza da un corpo all’altro nel caso possano permetterselo. Come un serpente che perde la pelle, l’uomo è in grado di vivere potenzialmente per sempre. Takeshi Kovacs (interpretato da due attori Joel Kinnaman e Will Yun Lee) è un soldato super addestrato di un reparto speciale che viene ucciso e condannato per un crimine su un pianeta lontano e si trova a risvegliarsi dopo 250 anni sulla Terra. È stato resuscitato da un uomo ricco di nome Laurens Bancroft (l’affascinante James Purefoy in stato di grazia) fresco di rinascita dopo il suo assassinio che lo assolda per indagare proprio sulla sua morte che la polizia ha dichiarato essere un semplice suicidio.
Le atmosfere sono buie, soffuse. Ci sono citazione esplicite alla letteratura dickensiana e a grandi film d’autore. Di giorno questi stessi ambienti proiettano nelle architetture una dissonanza fortissima tra i ricchi e i poveri, con i primi a dominare da sopra le nuvole. Una prospettiva richiama alla divinità, in accordo con l’immortalità che queste persone hanno raggiunto e che difendono a tutti i costi (simbolicamente appeso a una parete il dipinto Saturno divora i suoi figli). La tecnologia di trasferimento della coscienza, non solo mostra una storia complicata, ma mette anche in scena un ampio mondo futuristico che evoca l’estetica cyberpunk di Blade Runner ma guarda anche a Matrix. E’ stato utilizzato un investimento considerevole per Altered Carbon rispetto ad alcuni dei precedenti Netflix (il più grande servizio di intrattenimento via Internet del mondo, con più di 109 milioni di abbonati in oltre 190 paesi). Ma è innegabile che la serie compie un salto di qualità. L’ambientazione mescola spesso le carte, nulla è come sembra, dietro il rigetto dei corpi, si nascondono simbolismi.
Lo show ha moltissimi riferimenti: oltre a Philip K. Dick e Ridley Scott, infatti, strizza l’occhio a William Gibson e Orson Welles. La serie è in 10 episodi disponibili da subito sulla piattaforma, dal 2 febbraio tutti insieme. A Joel Kinnaman, attore famoso per i suoi trascorsi in The Killing e House of Cards, e ad due attori del cast Purefroy e all’attrice Elise Goldsberry – tutti e tre a Parigi per la promozione della serie – abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa della serie e sul tema dell’immortalità. Joel Kinnaman ha prima spiegato i duri 8 mesi di allenamento per 5 ore al giorni prepararsi alle scene di battaglia che sono molto aspre e dure e quindi: “Quando incontriamo Takeshi Kovacs per la prima volta si trova in una specie di ibernazione, come in un incubo costante. Vi è rimasto per 250 anni. Era membro di un gruppo ribelle che cercò di combattere lo status quo di un sistema dispotico che aveva accentuato il divario tra ricchi e poveri. La serie ci mostra dove potremmo finire se non prendessimo le necessarie contromisure”. Ma lei se ne avesse la possibilità sceglierebbe l’immortalità? “Difficile dire di no, vedere cosa succede e tanti modi di vivere la vita oltre i cento anni. Anche se l’essenza dell’uomo è la sua mortalità. Poi se mi dovessi annoiare andrei a farmi una nuotata”.
James Purefoy (tra i suoi ultimi film Churchill, tra le serie The Following): “Sarebbe bello poter cambiare corpo, per 24 ore, Zidane, Picasso. Magari con la garanzia di tornare. Sapere che ho 300 anni francamente è incredibile. Ho passato molto tempo alla finestra, a pensare alla mia vita, cose buone e cattive”. “È stato un lavoro di amore e follia e sono emozionata per tutti coloro che vedranno ciò che abbiamo creato”, afferma la creatrice Laeta Kalogridis. (ANSA)