Un farmaco, “triplo recettore agonista” (TA), originariamente creato per curare il diabete di tipo 2, potrebbe portare notevoli miglioramenti nel trattamento dell’Alzheimer. In particolare, sembrerebbe migliorare l’apprendimento e la memoria, sembrerebbe potenziare i livelli di un fattore di crescita del cervello che protegge il funzionamento delle cellule nervose e ridurre la quantità di placche senili collegate all’Alzheimer, l’infiammazione cronica e lo stress ossidativo, rallentando il tasso di perdita delle cellule nervose.
Una nuova speranza, quindi, che arriva dai laboratori della Lancaster University nel Regno Unito. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista specializzata Brain Research.
I risultati, per ora, sono stati evidenziati in topi transgenici, cioè modificati per esprimere i geni umani mutati che causano l’Alzheimer, ma essendo il farmaco già approvato per l’uso umano, ci sono ottime probabilità che il TA possa finire rapidamente in qualche studio clinico.
L’Alzheimer è la causa più comune di demenza e, secondo l’Alzheimer Society, che ha partecipato a sostenere la ricerca, il numero di persone colpite salirà, solo nel Regno Unito, a 2 milioni entro il 2051.
Il Dottor Doug Brown, direttore di Ricerca e Sviluppo dell’Alzheimer Society, ha dichiarato: “Senza nuovi trattamenti in quasi 15 anni, abbiamo bisogno di trovare nuovi modi per affrontare l’Alzheimer. È imperativo esplorare se i farmaci sviluppati per altre condizioni possano aiutare le persone colpite dalla malattia e altre forme di demenza. Questo approccio alla ricerca potrebbe rendere più rapido l’ottenimento di nuove, promettenti cure per le persone che ne hanno bisogno. Sebbene i benefici di questi farmaci finora siano stati riscontrati solo nei topi, altri studi su farmaci per il diabete già esistenti hanno mostrato una speranza per le persone colpite da Alzheimer. Quindi ulteriori sviluppi di questo lavoro sono fondamentali”.
Articolo pubblicato il: 3 Gennaio 2018 21:27