Cultura & Spettacolo

Annavera Viva, come tanti scrittori, si prepara al futuro senza data che verrà

Il mondo letterario fermo come tutta la cultura, con i teatri e i musei chiusi, si prepara al futuro incerto senza nessuna data che verrà. 

La terribile, inattesa e surreale situazione legata a questi difficili mesi di sopravvivenza ad un virus subdolo e spietato, ha posto numerosi interrogativi su quello che si riserverà il futuro, non solo dal punto di vista sociale, ma anche e soprattutto per la cultura che, con i teatri e i musei chiusi, sta pagando un prezzo troppo alto, studiando le mosse migliori per ripartire alla grande e con maggiore entusiasmo e caparbietà.

Pertanto ciò sta spingendo gli scrittori ad approfittare di questa pausa coatta alle presentazioni, ai tour letterari e alle fiere, per dedicarsi solo alla scrittura mentre gli organizzatori degli eventi a puntare su ciò che si potrà fare, anche se non sappiamo ancora tra quanto tempo. In tal senso, fondamentali per la cultura italiana, saranno per esempio, le partecipazioni al Salone del Libro di Parigi 2021, e poi alla Buchmesse di Francoforte nel 2023, che rappresentano due importanti realtà e un modo efficace per ampliare la prospettiva internazionale.

Occasioni d’esposizione dell’Italia in tutte le sue declinazioni letterarie a Parigi, in 600 metri quadri, mentre a Francoforte la vetrina non sarà solo per il libro, ma anche per la cultura italiana, il cinema, il design, il teatro, il cibo, le mostre, in 2000 metri quadri dedicati.

Traguardi importanti ma ancora lontani, come si evince anche dal colloquio con la scrittrice Annavera Viva.

Quale futuro se non ci si incontra?

“La cultura è soprattutto scambio di idee e condivisione. Il salone del libro di Torino tornerà dal 13 al 17 maggio 2021 con un nuovo titolo: Vita Supernova. Nel settecentesimo anniversario dantesco, quasi profetico sembra. La necessità aguzza l’ingegno. È chiaro che speriamo tutti di ritrovarci e di ritrovare quei momenti d’incontro che sono “il sangue” del rapporto scrittore/lettore ma, nell’attesa che questo sia possibile, qualcosa c’inventeremo.

C’è da sottolineare, però, come la cosa fondamentale sia che la parola scritta continui a viaggiare. Per secoli, quando l’incontro con lo scrittore era inusuale, il contatto è avvenuto solo tramite le parole e, a tutt’oggi, quando leggiamo un classico ci stiamo imbevendo del pensiero di un autore che non conosceremo mai e, con il quale spesso stabiliamo un rapporto di un’intimità profonda che travalica qualunque distanza. Dunque, se il ritrovarsi è sempre una festa, se l’incontro con il lettore è il sangue del rapporto, la lettura ne è il dna. E fino a quando le nostre storie incontreranno dei lettori non ci sarà lontananza che ci divida”.

L’Italia sarà Paese Ospite d’Onore al Salone del Libro di Parigi dal 19 al 22 marzo 2021 e ancora alla Buchmesse di Francoforte nel 2023, cosa racconteremo? Ci sorge il dubbio saremo più forti o fragili e sfiniti?

Onestamente non so cosa racconteremo, non faccio previsioni. Posso solo parlare per me stessa e trovo che sarebbe prematuro raccontare quello che sta succedendo. Gli eventi di questa portata penso che abbiano bisogno di sedimentare per poter essere visti nella loro oggettività. Per poterne percepire il dolore nel profondo ma col necessario distacco. In questi mesi ho lavorato a romanzi che trattavano argomenti lontanissimi dalla Pandemia, un po’ per quello che sostenevo e un po’ per essere impegnata in qualcosa che orientasse il pensiero in altri luoghi.

Questo è servito, anche, a farmi trovare quelle risorse di resistenza e forza per superare un tempo assurdo che sta diventando lunghissimo. Per ricordare a me stessa che c’è dell’altro, oltre a questo. E che con tanto impegno e un po’ di fortuna lo ritroveremo. Non possiamo negare che è un clima teso che fa paura – ha aggiunto ancora Annavera Viva – La stanchezza della gente, le difficoltà economiche e le organizzazioni criminali che fanno di ogni cosa motivo di lucro, hanno provocato esasperazione e poca ragionevolezza, come anche le mancanze di un governo che si rifiuta di dire chiaramente una verità.

Nessun governo al mondo infatti è riuscito a mettere in atto misure che consentissero di vivere e contemporaneamente non infettarsi e nessun popolo al mondo, neanche tra i più civili e rispettosi delle regole, è riuscito in quest’impresa. Dunque, questo apri e chiudi è l’unica cosa che sia realisticamente possibile fare fino alla soluzione di questa terribile vicenda.

Diciamo che, forse, invece di impegnare risorse in un illusorio contenimento di un virus che si sa benissimo di non poter contenere se non con la chiusura, sarebbe stato meglio investirle nel sostegno della popolazione, in aiuti alle imprese e ai singoli cittadini, in vista dei necessari periodi di chiusura”.

Confortanti e significative la parole della scrittrice Annavera Viva che, con un pizzico di amarezza e in solitudine, ha continuato a lavorare alla scrittura preparandosi agli eventi pubblici che, prima o poi, dovranno riempire nuovamente gli spazi culturali destinati alla diffusione della cultura sotto forma di parola scritta e pensata. Noi siano fiduciosi i tal senso.  

Articolo pubblicato il: 7 Dicembre 2020 0:06

Carlo Farina

Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.