L’Antitrust dell’Unione Europea aveva messo sotto esame l’operazione a causa del rischio di limitare il libero mercato musicale in favore di Apple.
L’Antitrust dell’Ue ha dato il via libera per l’acquisizione da parte di Apple della piattaforma di Shazam. Dopo aver lungamente analizzato l’operazione ed aver ascoltato tutti gli attori coinvolti l’Ue ha dato l’ok.
L’indagine era partita ad aprile scorso, con il dubbio che l’operazione riducesse la scelta per la musica online in streaming, come segnalato da una lettere di sette paesi europei, tra cui l’Italia.
I servizi delle due piattaforme non erano direttamente in competizione, per questo l’unione è stata approvata.
Margrethe Vestager, commissaria alla concorrenza dell’Ue, ha spiegato come le due piattaforme offrono dei servizi complementari, non in competizione tra loro. Per questo l’operazione è stata approvata.
“Dopo un’approfondita analisi dei dati musicali e degli utenti, abbiamo trovato che la loro acquisizione da parte di Apple non ridurrà la concorrenza nel mercato della musica digitale in streaming“.
“La fusione non impatterebbe in modo negativo la concorrenza, in quanto Apple e Shazam offrono principalmente servizi complementari che non competono tra loro” spiega la Commissione.
Più specificamente Shazam offre un servizio di riconoscimenti di un brano musicale, che può fare da ponte verso una o più piattaforme streaming, mentre Apple Music, offerto dalla compagnia di Cupertino, è il secondo canale mondiale per la musica dopo Spotify.
Nel dare l’approvazione Bruxelles sottolinea che comunque l’operazione deve essere portata a termine seguendo le leggi sulla protezione dei dati.
La Commissione risponde anche ai paesi che avevano scritto una lettere per segnalare la loro preoccupazione riguardo l’imminente operazione commerciale. “I dati sono un elemento chiave nell’economia digitale, quindi dobbiamo rivedere attentamente le transazioni che portano all’acquisizione di importanti serie di dati, inclusi quelli potenzialmente sensibili dal punto di vista commerciale, per assicurare che non restringano la concorrenza”.
Inoltre “non sarebbe in grado di escludere fornitori concorrenti di servizi di musica in streaming accedendo a informazioni commercialmente sensibili sui loro consumatori – in quanto – non aumenterebbe materialmente la capacità di Apple di prendere di mira gli appassionati di musica e nessun comportamento finalizzato a far passare i consumatori al suo servizio avrebbe solo un impatto trascurabile”. Infine la Commissione ricorda che il via libera “non solleva le società dal rispetto di tutte le rilevanti leggi sulla protezione dei dati”.