Il ddl della maggioranza gialloverde sull’affido condiviso ha iniziato il suo iter a palazzo Madama.
Arriva in Senato una delle leggi più delicate della stagione legislativa, se non sul piano politico senz’altro su quello delle conseguenze sociali. Il disegno di legge della maggioranza gialloverde sull’affido condiviso ha iniziato il suo iter a palazzo Madama. Il testo mira a riformare le norme che regolano l’affidamento dei figli delle coppie separate (legge 54 del 2006). Sono circa 4milioni le coppie separate con figli e 800mila i minorenni coinvolti.
“Non è una legge per la mamma o per il papà”. Assicura il senatore Simone Pillon (Lega), relatore del provvedimento, dopo le polemiche nate nei confronti di una proposta che secondo alcuni favorirebbe il genitore maschio ai danni della donna. “L’obiettivo – assicura l’ex numero uno del Forum Famiglie – è che vincano i bambini, non la mamma o il papà o la Lega. Poi la Lega vince lo stesso perché sta vicino ai bisogni delle persone”.
Il tema è divisivo e le associazioni si sono schierate sia a favore sia contro. Quattro i punti qualificanti della riforma, previsti dal contratto di governo Lega-M5S: la mediazione a supporto delle coppie in conflitto, i tempi paritetici di frequentazione dei figli con padre e madre, la realizzazione del mantenimento diretto, la lotta a ogni forma di rifiuto genitoriale. Sparisce quindi l’assegno di mantenimento che, a detta dei relatori, “provoca molti litigi”. Al suo posto verrà introdotto il ‘mantenimento diretto’.
Ma questo non vuol dire che il contributo dei genitori sarà “fifty-fifty”, bensì proporzionale. “Il genitore che guadagnerà di più – spiega Pillon – contribuirà di più, ma saprà che ogni euro sarà speso per il figlio e non per l’ex coniuge. Sarà al 50% qualora i redditi siano uguali”. Insomma, indipendentemente da chi abbia abbandonato il tetto coniugale e perché, il contributo al sostentamento del figlio dovrà essere equamente ripartito fra madre e padre.
Ancora, la riforma gialloverde prevede i tempi paritari. “Ce lo chiede l’Europa e per una volta ha ragione”, fa Pillon con una battuta. Il principio è che il bambino debba essere libero di stare con entrambi i genitori e non debba essere messo nelle condizioni di decidere se stare con papà o mamma. Ma, aggiunge Pillon: “Non possiamo neppure permetterci che le decisioni in questo campo siano lasciate alla simpatie dei giudici o dei servizi sociali”. Altro aspetto fondamentale, nelle intenzioni dei proponenti il bambino prima di finire in un istituto deve poter essere accolto dai parenti più prossimi, a cominciare dai nonni.