domenica, Dicembre 22, 2024

Arriva “Sister Act” al Teatro Augusteo. Intervista a Pino Strabioli

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Da stasera al Teatro Augusteo arriva “Sister Act”, il Musical tratto dall’omonimo film del ’92, che sancì il successo di Whoopi Goldberg in abito da suora nel ruolo della stravagante Deloris. Intervista a Pino Strabioli.

di Giuseppe Giorgio – Tutto è pronto al teatro Augusteo per l’arrivo di “Sister Act”, il  Musical tratto dall’omonimo film del ’92, che sancì il successo di Whoopi Goldberg in abito da suora nel ruolo della stravagante Deloris. Ed è così che da questa sera, nello storicizzato spazio di piazzetta duca d’Aosta, con 25 brani musicali scritti dal premio Oscar, Alan Menken divisi tra soul, funky, disco anni ’70, ballate pop stile Broadway, Gospel e armonie polifoniche, lo spettacolo porterà dinanzi al pubblico napoletano con il testo e le liriche, tradotte da Franco Travaglio, una storia trascinante e divertente. Pullulante di gangster e novizie, piena di inseguimenti, colpi di scena, rosari e paillettes, prodotto da Alessandro Longobardi per “Viola Produzioni” e dalla “

sisterCompagnia della Rancia” con l’autorevole direzione di Saverio Marconi, coadiuvato da un team formato da Stefano Brondi (direttore musicale), Rita Pivano (coreografa), Gabriele Moreschi (scenografo), Carlo Buttò (direttore di produzione), Carla Accoramboni (costumista), Valerio Tiberi (disegno luci) e Emanuele Carlucci (disegno suono) il Musical presenterà una compagnia affiatata e ricca di nomi di spicco. In scena: la madrilena Belia Martin nel  ruolo di Deloris, ovvero Suor Maria Claretta, o meglio ancora, l’uragano in abito religioso, Suor Cristina che dopo il successo di “The Voice Italia” e del primo disco “Sister Cristina”,  si avvicina al teatro ed al Musical ed ancora, la performer e cantante Jacqueline Maria Ferry, nel ruolo della Madre Superiora, Felice Casciano in quello di Curtis il gangster, il nuovo talento  Marco Trespioli con la sua voce tenorile nei panni del Commissario Eddie fino a giungere alla partecipazione straordinaria nelle vesti del Monsignore O’Hara, di Pino Strabioli. Ed è proprio il popolare attore, regista  e conduttore televisivo, non nuovo ad importanti esperienze teatrali nella nostra città, che intervistato ha parlato di uno spettacolo dal divertimento assicurato.

A Napoli in teatro leì già c’è stato ma come si sente ogni volta che arriva in città, in palcoscenico, dinanzi ad un pubblico così notoriamente severo e preparato?

“Anche se con 140 repliche di Sister Act all’attivo, presentarsi dinanzi al pubblico napoletano – risponde Strabioli- è una dura prova. Sono convinto che la platea partenopea rappresenta sicuramente al meglio il teatro. Ho già lavorato a Napoli diverse volte, ricordo, ad esempio, la mia prova al Mercadante con Paolo Poli nel lavoro “I viaggi di Gulliver” e ricordo le parole del grande artista che mi disse ‘Napoli in teatro non è come le altre città. Qui in scena si deve sostenere un vero esame’. Sempre a Napoli ho lavorato con Marina Confalone nel lavoro “Capasciacqua” e devo dire che cominciando a conoscere bene le caratteristiche del pubblico mi sento leggermente più tranquillo anche se un Musical è uno spettacolo particolare che può nascondere insidie diverse. Tuttavia mi auguro che il Musical anche a Napoli, e sarebbe bello,  possa ottenere lo stesso successo che ha riscosso nelle altre città d’Italia e che  venga benevolmente accolto”.

Durante le repliche, l’ombra del noto film omonimo vi ha fatto mai compagnia?

“Il film ‘Sister Act’ ormai è nell’immaginario collettivo di tutti. Ma c’è da dire che il musical, anche se ripropone la stessa storia, ha una struttura totalmente diversa così come la parte musicale interamente riscritta. Il pubblico nel personaggio della suora svitata che fu della celebre Whoopi Goldberg troverà un’altra egualmente eccezionale interprete come Belia Martin, individuata dalla produzione e dal regista in una edizione spagnola del lavoro. In sintesi posso affermare che l’ombra del film in tutte queste repliche non è mancata ma la stessa non è mai diventata un fantasma”.

Come sarà il suo Monsignore O’Hara?

“Devo dire subito che la mia è soltanto una partecipazione. Non sono un performer come molti degli altri interpreti. In questa Sister Act, recito, canticchio e ballicchio e presto il mio corpo ad un personaggio che resterà affascinato dalla verve dell’irresistibile suora fino a rimanerne ammaliato al punto da scatenarsi con lei.  Dopo il primo debutto nella scorsa stagione al teatro Brancaccio di Roma, con questo lavoro ho girato tutta l’Italia da Nord a Sud e sono felice come,  in un gran  finale, di giungere in un teatro prestigioso come l’Agusteo di Napoli che alla pari dell’emozionante inizio romano della tournèe riserverà le stesse sensazioni come in una sorta di testa- coda artistico”.

Cosa direbbe al pubblico napoletano per invitarlo a vedere “Sister Act”?

“Venite! E’ uno spettacolo con il quale vi “arricreate”. Lo dico nella lingua partenopea che ho cercato di perfezionare anche grazie all’amica Confalone, e che tanto vi invidio, perchè sono sicuro che porterà tra gli spettatori molto divertimento ed un clima di vera festa”.

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